La Via Fulvia


Una strada romana (la cosiddetta "Via Fulvia") congiungeva Derthona (Tortona), Hasta (Asti) e Augusta Taurinorum (Torino), attraversando un territorio abitato allora da tribù liguri. Era questa l'arteria principale e mediana della rete stradale della Liguria Padana sulla destra del Po.

Gli antichi autori non ne fanno menzione, ma due preziose fonti ci informano della sua esistenza: la "Tabula Peutingeriana" (1) e i numerosi reperti archeologici rinvenuti lungo il suo presunto percorso. Inoltre, la toponomastica offre un valido contributo, identificando, negli attuali toponimi, tracce di antichi miliari romani, indicanti distanze misurate appunto su questa via.

1. La Tabula Peutingeriana è l'unico esempio giuntoci degli "itineraria picta" romani che, obbedendo a precise necessità di ordine militare e commerciale, vennero delineati durante l'impero romano. L'esemplare esistente, conservata a Vienna, è una copia altomedievale di un originale romano del IV secolo d.C.

La presenza della località Forum Fulvii (segnata nella Tabula Peutingeriana su questa via nei pressi del Tanaro ed oggi Villa del Foro, vicino ad Alessandria) induce a congetturare che il nome della strada fosse Fulvia e che essa dovesse il suo nome a colui che la fece costruire, forse Marco Fulvio Flacco, console nel 125 a.C.

Molto dibattute sono le ipotesi sul percorso finale di questa via. Due sono le teorie principali:

  • un congiungimento all'altezza di Moncalieri con la strada proveniente da Pollenzo, raggiunta da Asti;
  • un collegamento diretto tra Asti e Torino attraverso il territorio di Poirino.

Qui presentiamo al lettore entrambi le ipotesi.

POLLENZO - TORINO

Secondo il Rodolfo, da Pollenzo la Via Fulvia, attraversati gli attuali territori di Bra, Cavallermaggiore, Racconigi e Carmagnola, percorreva verso nord i territori di Carignano, La Loggia e Moncalieri, entrando poi in Torino (Augusta Taurinorum) da sud.

Più precisamente, dopo La Loggia la Via Fulvia varcava il Chisola (fiume un tempo detto Nono, perché distante in questo punto nove miglia dalla Porta Marmorea, cioè dall' inizio della via) ed il Sangone, passando presso la cappella medievale di San Salvatore di Campagna, che compare in un atto di donazione del 1119. Attraversava quindi la regione dell'attuale stazione ferroviaria di Porta Nuova, passando forse accanto all'anfiteatro romano e perveniva alle mura di Augusta Taurinorum, che varcava attraverso la Porta Principalis Sinistra, nel Medioevo detta Marmorea.

In questa zona, all'inizio del nostro secolo, furono rinvenute delle tombe romane del I sec. d.C., testimoni dell'usanza di erigere necropoli lungo le strade uscenti dalla città.

L'esistenza del tracciato stradale romano è attestata nel XII e XIII secolo, attraverso le denominazioni di strata e di publica.

Testimonianze tangibili della Via Fulvia sono tracce di selciato scoperte in diversi punti; necropoli romane (ad incinerazione e ad inumazione) e cimiteri barbarici, disseminati lungo l'intero percorso, spesso in corrispondenza o nei pressi di antiche cappelle; un pozzo romano vicino a Carignano.

I numerosi corredi tombali rinvenuti nelle necropoli romane, riportano all'inizio del I sec. d.C., ma due ritrovamenti datano con maggior precisione la costruzione della strada: uno è la splendida coppa vitrea fioristellata ellenistica, forse importata da Alessandria d'Egitto, e trovata sopra una moneta di Druso (morto nel 23 d.C.) nella necropoli romana di Valdoch a Carignano; l'altro è un'iscrizione che si trovava a San Salvatore di Campagna, una delle più antiche iscrizioni torinesi, attribuibile all'età di Augusto o di Tiberio.

ASTI - TORINO

Secondo questa ipotesi, la Via Fulvia, uscita da Asti e superato Dusino (Duodecimum), sarebbe giunta nel territorio di Chieri (Carreum Potentia) e poi a Torino seguendo forse lo stesso tracciato della strada del Pino. Questa ipotesi fu in un primo tempo scartata per la presunta presenza di una zona paludosa nel chierese.

Il mistero del percorso della via consolare non è però ancora risolto e si moltiplicano le congetture; eccone alcune, a giudizio di studiosi diversi:

• Corradi: Dusino-Riva-Chieri (oggi SS n.10) oppure Dusino-Poirino-Testona (oggi SS n.29),

• Settia: Buttigliera-Chieri-Torino attraverso la collina nei pressi dell'Eremo dei Camaldolesi. Più in dettaglio, la strada avrebbe seguito il percorso: strada Roaschia, Tetti e via Pietra del Gallo (dal latino Peregallum, da Petricale: mora di sassi), Eremo, Val Salice o Val San Martino. Questo itinerario, chiamato nei catasti chieresi del 1253 Strata longa Mongenoni, sarebbe stato soppiantato nel Medioevo dal più agevole e breve transito attraverso il valico di Montosolo (presso Pino Torinese), dove venne eretto un castello (vedi altro capitolo della mostra).

• Vanetti: Dusino-Borghetto-Corveglia-Vadum Banne-Banna-Cascina Zucchea-Rivetta-Porcile-Via Alta-Cascina Termine-Ponticelli-Fabaro-Hospitalle harenarum-Testona. Questo studioso pensa infatti che il percorso della Via Fulvia fosse quello più scorrevole e adatto al traffico pesante e cioè seguisse quello che è oggi ricalcato dall'autostrada A 21: un bell'esempio di anticipazione del futuro da parte dei nostri avi, ma soprattutto una conferma dello spirito altamente pratico degli antichi romani.

La compresenza di diversi tracciati, confermata dal ritrovamento di reperti archeologici, epigrafi, documenti altomedievali, si spiega con l'esistenza, già in età antica, di numerose vie minori.

Prima pagina: le ragioni di una mostra
Geomorfologia | La collina torinese in età preistorica | Castelvecchio: il sito protostorico
Cenni di toponomastica | La Centuriazione di Chieri | L'acquedotto romano di Chieri |
Epigrafi chieresi | La via Fulvia
Il versante torinese della collina | La necropoli longobarda di Testona | La ceramica longobarda (Testona) | Ingerenze vescovili: Landolfo e Carlo | La via Francigena fra Torino e Chieri | I Templari |
Santa Maria di Celle | San Pietro di Celle
Castelvecchio: la fortezza medievale | Il "castrum" vescovile di Testona | Testona: l'origine del Comune | Testona: l'espansione nel "poderium" | Testona: distruzione o abbandono? | Da Testona a Moncalieri
Bric San Vito | Monfalcone, un insediamento scomparso | Il castello di Montosòlo
La misurazione del tempo nel Medioevo | Monete medievali in Piemonte | Come si parlava nel Chierese | Antiche unità di misura | Il paesaggio collinare nel Medioevo | Orti medievali
Volontariato in collina | Info sul Gruppo Archeologico Torinese
Bibliografia