San Pietro di Celle


L'edificio di San Pietro di Celle sorge su un poggio a nord ovest della chiesa di
Santa Maria di Celle.

Della costruzione originaria restano solo, molto alterate, l'abside e l'absidiola sinistra, mentre quella a sud è stata barbaramente distrutta.
La muratura originaria è composta da filari di grossi conci di arenaria, alternati a file di mattoni disposte a spina di pesce. È annesso alla chiesa un robusto corpo di fabbrica rettangolare, decorato con formelle gotiche in cotto.

In base ai caratteri stilistici San Pietro, o per meglio dire ciò che ne rimane, è stato datato all'inizio del XII secolo.
Soprattutto la presenza del loggiato cieco sull'abside maggiore, che precede stilisticamente gli archetti pensili in arenaria o in cotto, caratteristici del romanico lombardo, porta a sottoscrivere questa datazione.
Nell'alto dell'abside centrale si aprono infatti, per ogni campo, tre fornici ciechi con piedritti formati da colonnette tozze di arenaria e cotto, sormontate da capitelli decorati, la cui bellezza è andata irrimediabilmente perduta a causa dell'inclemenza del tempo e dell'incuria dell'uomo.
Nel muro sottostante strette finestrelle arcate con forte strombatura. Nell'abside laterale sinistra alcuni archetti ciechi sostituiscono i fornici di quella centrale. Del muro di facciata resta solo un tratto in cui si vede una delle due mezze colonne che la dividevano in tre parti. Dall'esame dell'abside centrale è chiaramente visibile l'opera di restauri successivi, forse di un secolo posteriori.


L'esistenza di un edificio plebano a Celle è attestata per la prima volta dal documento con cui Federico I, nel 1159, conferma al vescovo Carlo "curtem de Cellas cum castello, districto et plebe". In questo periodo, quindi, il vescovo di Torino esercitava la sua giurisdizione sulla corte, sul castello e sulla pieve di San Pietro. Probabilmente tali diritti erano già contenuti nel diploma ottoniano del 981, che concedeva alla chiesa torinese, tra le altre corti, anche quella di Celle.

Il titolo dell'edificio plebano è riportato solo più tardi, in un documento del XIII secolo, in cui viene citato un "dominus Saxel, plebanus ecclesiae Sancti Petri de Cellis". È menzionato anche un certo Giovanni di Trofarello, pievano tra il 1290 e il 1305.

Non sembra, a differenza di quanto sostenuto da alcuni studiosi, che la pieve di San Pietro abbia subito interferenze monastiche. Essa rimase sempre soggetta alla giurisdizione del vescovo di Torino, che si limitò a concederla in avvocazia (protezione esercitata dal signore feudale nei confronti della libertà e dei beni della pieve) ai signori di Trofarello. La facoltà più importante del patrono di una chiesa era quella di presentare all'autorità diocesana il chierico prescelto all'ufficio vacante.

San Pietro era quindi l'antica chiesa parrocchiale del borgo di Celle. Tra il XIII e il XIV secolo, le lotte tra i Comuni di Chieri e Testona provocarono il progressivo abbandono di molti piccoli centri abitati della collina torinese. I conti Vagnone, al contrario, crebbero economicamente e politicamente e attorno al loro castello sorsero nuove case e la chiesa che con il tempo andò a sostituire la pieve di San Pietro. Quest'ultima mantenne il titolo plebano finché, a metà del secolo XIV, fu sostituita dalla chiesa dei SS. Quirico e Giulitta.

Nel cattedratico (elenco delle chiese che pagavano un tributo al vescovo) del 1386, San Pietro è ridotta al rango di "ecclesia", descritta come "antica sede di pieve", ed enumerata fra le chiese dipendenti da Santa Maria di Chieri.

Il fenomeno della diserzione delle vecchie parrocchie sulla collina torinese è ben documentato per ciò che riguarda il secolo XIV.

Prima pagina: le ragioni di una mostra
Geomorfologia | La collina torinese in età preistorica | Castelvecchio: il sito protostorico
Cenni di toponomastica | La Centuriazione di Chieri | L'acquedotto romano di Chieri |
Epigrafi chieresi | La via Fulvia
Il versante torinese della collina | La necropoli longobarda di Testona | La ceramica longobarda (Testona) | Ingerenze vescovili: Landolfo e Carlo | La via Francigena fra Torino e Chieri | I Templari |
Santa Maria di Celle | San Pietro di Celle
Castelvecchio: la fortezza medievale | Il "castrum" vescovile di Testona | Testona: l'origine del Comune | Testona: l'espansione nel "poderium" | Testona: distruzione o abbandono? | Da Testona a Moncalieri
Bric San Vito | Monfalcone, un insediamento scomparso | Il castello di Montosòlo
La misurazione del tempo nel Medioevo | Monete medievali in Piemonte | Come si parlava nel Chierese | Antiche unità di misura | Il paesaggio collinare nel Medioevo | Orti medievali
Volontariato in collina | Info sul Gruppo Archeologico Torinese
Bibliografia