Geomorfologia della collina torinese


La "Collina di Torino" è un sistema montuoso di origine tettonica (orogenetica
1) con asse orientato sud-ovest - nord-est, i cui limiti possono essere rappresentati dai fiumi Po, Benna, Traversola e Leona che ne delimitano rispettivamente i margini ovest, sud, est e nord-est.

I rilievi della collina torinese si presentano come un insieme di corrugamenti più o meno accentuati; tale sistema collinare è infatti conseguenza delle pressioni orogenetiche provenienti da sud-est lungo un piano rappresentato da quella che è oggi la pianura Padana. Quest'ultimo piano, formato da sedimenti miocenici 2 in movimento in direzione nord-nordovest, si è scontrato in epoca miocenica con il primitivo sistema delle prealpi canavesane, determinando un innalzamento nei pressi del punto di contatto delle placche. La collina torinese rappresenta quindi la risultante dello scontro di tali forze e si erge a poca distanza dalla linea di contatto (basso Canavese).


La struttura principale della collina è formata da una distinta e regolare anticlinale 3 (anticlinale di Gassino) orientata sud-ovest - nord-est (passante per S.Vito, S. Margherita, Tetti Lencia, Bric Martina), alla quale si affiancano all'estremità sud-occidentale due pieghe minori, probabilmente di origine successiva (movimenti orogenetici di riflesso): la sinclinale 4 di Cavoretto e l'anticlinale della Maddalena. All'estremità nord-orientale della collina, l'anticlinale di Gassino è sostituita da una struttura più complessa, formata dalla giunzione delle anticlinali di San Genesio e di Cinzano, inframmezzate dalla sinclinale di Casalborgone.

Lo spartiacque principale della collina inizia dal Po e attraversa la città di Moncalieri, secondo la sua maggiore lunghezza, poi si innalza regolarmente fino a formare un'ampia e poco profonda sella tra Moncalvo e il Bric della Maddalena (715 m s.l.m.), da qui lo spartiacque si mantiene elevato e raggiunge il Bric della Croce (712 m) per abbassarsi poi gradualmente lungo la sella dell'Eremo di Pecetto (621 m).

Per quanto riguarda la geomorfologia l'aspetto più caratteristico è rappresentato dalla notevole diversità dei due versanti maggiori: quello a nord-ovest verso Torino e quello a sud-est verso Chieri.

La prima differenza è la diversa inclinazione: mentre il versante sud-est degrada dolcemente verso la depressione astigiana, quello nord-occidentale si presenta con pendenze più marcate e ripide, valli corte e profondamente incise. Ciò è spiegabile considerando la forza erosiva del Po sul piede settentrionale della collina che tendeva ad accorciare la distanza tra lo spartiacque originario e la base del versante.

La seconda differenza è rappresentata dal reticolato idrografico: i due versanti hanno all'incirca lo stesso numero di corsi d'acqua principali ma su quello settentrionale gli affluenti sono più numerosi. Questo implica una maggiore densità di drenaggio 5 accompagnata da una struttura evolutiva idrografica vicina a una situazione conservativa (maturità evolutiva).


La differenza principale nel reticolato idrografico collinare è la pendenza, ma spesso entrano in gioco motivi geologici.

La disposizione degli strati è particolarmente significativa per la stabilità del terreno. Gli strati a reggipoggio 6, caratteristici del versante sud, resistendo maggiormente, conferiscono al percorso dei torrenti un caratteristico andamento a piccole dighe e ciò limita la velocità di flusso e la conseguente erosione.

Queste caratteristiche, più la maggiore esposizione al sole, fanno del versante meridionale una scelta insediativa migliore, come si può constatare dal numero di siti abitativi, antichi e attuali, sviluppatisi su di esso.

Nonostante la relativa maturità, i corsi d'acqua del versante settentrionale presentano un regime più spiccatamente torrentizio e, come già detto, con capacità erosiva maggiore (generalmente nel periodo delle piene). All'erosione degli alvei da parte dei torrenti fanno spesso seguito frane delle sponde, e successivamente dei versanti fluviali.

L'entità di tali smottamenti varia notevolmente da valle a valle, ma nell'insieme questi eventi comportano uno sviluppo urbanistico minore per quanto riguarda veri e propri centri abitati. Questi caratteri infatti non si riscontrano sul versante meridionale, dove, pur essendo le portate acquee paragonabili a quelle dell'altro versante, l'erosione è minore anche nelle piene, l'alveo dei torrenti è più stabile e le frane più rare.


I terreni affioranti sulla collina vanno dall'epoca eocenica 7 (quelli che affiorano presso il nucleo dell'anticlinale di Gassino) al Pleistocene 8 (Quaternario) che ne costituisce il piede meridionale.

I terreni terziari di epoca eocenica (marne, argille, calcari) sono fasciati a sud da terreni pliocenici 9 (conglomerati formati da ciottoli frammisti a ghiaia, sabbia e sabbie marnose), mentre sul versante nord-est della collina mancano affioramenti del Pliocene; infatti le precipitazioni con cui quest'epoca terminò erosero i terreni di recente deposito, mettendo a nudo i piani precedenti e dando alla collina il suo caratteristico profilo tondeggiante.

Sul versante nord-ovest mancano terreni posteriori all'Elveziano (Miocene medio), in quanto erosi dall'azione del Po.

Sul versante meridionale, meno ripido, i terreni quaternari raggiungono invece notevole estensione. Qui affiorano abbondanti depositi di löess quaternario con potenze assai variabili.

Il löess, composto prevalentemente da sabbie silicee, calcare e ossidi di ferro, si trova soprattutto nella parte esterna del rilievo e dà al paesaggio un aspetto caratteristico: le strade sono profondamente incassate e sono rinforzate lateralmente da gradinate a ciottoli, data la tendenza del terreno a sgretolarsi e ad essere eroso dalle acque. Nel complesso i tipi litologici più presenti sono: argille, silt, marne, calcari marnosi, conglomerati e arenarie.

Numerose sono le zone da cui emergono abbondanti depositi di fossili, esemplari a tal proposito sono gli strati pliocenici della zona di Cambiano (facies di Astiano), da cui emergono diverse specie fossili tra cui segnaliamo le più caratteristiche: Chlamys varia, Ostrea edulis, Isognomon, Flabellipecten (qui raffigurata), ecc.

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NOTE

1)

OROGENESI: insieme dei processi tettonici che ha come conseguenza la formazione di catene montuose.

2)

MIOCENE: epoca geologica compresa tra 23 e 5 milioni di anni fa.

3)

ANTICLINALE: piega convessa della crosta terrestre, a forma di sella.

4)

SINCLINALE: parte depressa (concava) di un sistema di strati più volte piegati (il contrario di anticlinale).

5)

DENSITÀ di DRENAGGIO: numero o lunghezza totale dei corsi d'acqua per unità di superficie.

6)

REGGIPOGGIO: inclinazione degli strati contraria alla pendenza.

7)

EOCENE: epoca geologica compresa tra 53 e 38 milioni di anni fa.

8)

PLEISTOCENE: epoca geologica compresa tra 1,8 milioni e 80.000 anni fa.

9)

PLIOCENE: epoca geologica compresa tra 5 e 1,8 milioni di anni fa.

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