La crisi e la successiva caduta dell’impero romano hanno su Augusta Taurinorum, così come sulle altre città, un effetto devastante, sia per l’assenza di norme precise che regolamentino la vita cittadina, sia per il susseguirsi di incursioni e invasioni di popolazioni barbariche che impoveriscono anche il territorio circostante. La popolazione diminuisce di numero, la manutenzione di edifici e strade si riduce al minimo così che le regolari vie cittadine (i decumani e i cardini) si obliquano, vengono recise (benché resista tenacemente l’impostazione “a scacchiera” voluta dai romani, ancor oggi evidente), mentre la pavimentazione in blocchi lapidei, in parte smantellata e reimpiegata, scompare sotto uno strato di terra battuta. Negli isolati romani (le insulae ) vengono aperti vicoli sinuosi, gli antichi edifici pubblici crollano e le loro macerie vengono riutilizzate per nuove costruzioni, le abitazioni in pietra e legno si deteriorano anch’esse e vengono sostituite da nuove case, i templi vengono rifondati e trasformati in chiese cristiane, i luoghi di spettacolo e svago (teatro, anfiteatro, terme) cadono in disuso e vengono progressivamente demoliti, sepolti e dimenticati. In tutto questo si innesta però anche un processo di rinnovamento della città e dei suoi monumenti, in particolare durante il basso Medioevo, in un periodo durante il quale la città, che nel frattempo ha assunto il nome più corrente di Taurinum, vede sorgere ovunque nuove costruzioni e nascere popolosi borghi extraurbani, segno che la città, pur conservando la cerchia muraria di epoca romana che ne delimita il centro antico, non ha arrestato il suo sviluppo ma ha saputo crescere a dispetto delle vicissitudini dei secoli altomedievali .
Per quanto attualmente Torino abbia fama di metropoli dalla veste barocca e ottocentesca (o più semplicemente industriale), molto della città medievale è ancora visibile percorrendo il centro storico più antico, nel quale è possibile incontrare edifici di estremo interesse e sorprese inattese.