Ubicazione: Val della Torre (To) – Frazione Brione, Località “Airal/Buttiberghe”
Cronologia presunta: origine preistorica (tra Neolitico ed età del Bronzo), riutilizzo in epoche più recenti
Data interventi: 2016/2017/2018/2019/2021

Si tratta di una struttura circolare (ca. 60 m di diametro totale), costruita in piano a poca distanza dalla
confluenza di due fiumi, il Casternone e il più modesto Codano. È formata da un fossato esterno, un terrapieno e probabilmente alcune strutture afferenti, come un terrazzamento e un argine parziale a sud.
L’area centrale risulta al piano di campagna, il che dona all’insieme l’aspetto di un invaso. Il manufatto si
distingue perciò dalle tipiche “motte” medievali, destinate ad accogliere una fortificazione, la cui parte
centrale è rialzata rispetto all’eventuale terrapieno e al territorio circostante.


Il sito è stato individuato nel 2014 dai volontari del GANV (Gruppo Archeologico Naturalistico Valtorrese),
che hanno realizzato le prime misurazioni e i primi studi, inizialmente ipotizzando per il Cerchio una cronologia collocabile nella protostoria (genericamente, all’epoca celtica), ipotesi successivamente ricalibrata.
A partire dal 2016 anche i volontari del GAT (Gruppo Archeologico Torinese) si sono interessati dell’area; il
sito è stato segnalato alla Soprintendenza competente e sono stati prodotti ulteriori studi, ipotizzando che
il “Cerchio di Airal” sia stato realizzato in epoca preistorica, forse neolitica, per servire da area cultuale, a
somiglianza di manufatti simili, noti come “henge” (ubicati a nord delle Alpi, dall’Irlanda all’Est europeo).


In mancanza di riscontri archeologici, l’elemento che maggiormente ha fatto propendere per la datazione
preistorica del Cerchio è l’unica apertura che interrompe il fossato e il terrapieno, consentendo l’accesso
all‘interno dell’invaso: collocata in direzione SE e realizzata a mo’ di ponte di terra, tale apertura è allineata
con la posizione del sole all’alba del solstizio d’inverno, a somiglianza di altre strutture simili (come il neolitico “Cerchio di Goseck” in Germania). Il fatto è significativo ma, da solo, non è risolutivo.
Infatti, il terrapieno e il fossato del Cerchio potrebbero anche risalire ai secoli centrali del medioevo; in
particolare, in Francia sono note strutture circolari simili a quella piemontese, dalla funzione non perfettamente chiarita (note come “enceintes circulaires faiblement défendues”).


La presenza dei resti murari di un ambiente collocato all’interno dell’invaso, ragionevolmente di epoca
sub-recente ma precedenti al XIX secolo, nonché vari riferimenti che si possono desumere da documenti
medievali inerenti l’area circostante, evidenziano un riutilizzo della struttura in epoche più recenti.


Dal 2016 il GAT e il GANV hanno avviato una serie di iniziative volte a sensibilizzare il pubblico
sull’importanza di salvaguardare questo bene archeologico e a promuovere presso le istituzioni
(Soprintendenza e Comune di Val della Torre) l’avvio di sondaggi archeologici esplorativi, al fine di comprendere la cronologia del sito e consentire l’eventuale progettazione di studi più avanzati.


Nel 2021, finalmente, grazie alla necessità di irregimentare stabilmente il corso del fiume Codano nel tratto
adiacente il sito, si è concretizzata la possibilità di un intervento d’urgenza, promosso dal Comune e avallato dalla Soprintendenza, per determinare il potenziale archeologico del Cerchio e dell’area circostante.
L’intervento si è svolto al principio del mese di luglio e i primi risultati scientifici non tarderanno ad arrivare.
È comunque stata confermata la presenza di fasi preistoriche, la cui cronologia è in fase di studio. La completa comprensione del sito dovrà necessariamente essere affidata a uno scavo archeologico vero e
proprio, che tutti gli attori (Soprintendenza, Comune e volontari) auspicano avvenga il prima possibile, a
fronte del reperimento delle risorse economiche necessarie.


F.D. per il GAT – luglio 2021