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Note &
approfondimenti


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TAV in Valle di Susa e tutela del patrimonio archeologico

novitÃDicembre 2012
Chiomonte e la maledizione del TAV
- Requiem per un sito archeologico
(PDF 2,5 Mb - Articolo tratto dall'annuario GAT "TAURASIA" del 2012)

novitàNovembre 2011 - Il 4 novembre 2011 si è tenuto al Politecnico di Torino un
"Dibattito pubblico sull'opportuni
della nuova linea ferroviaria Torino-Lione";
nell'occasione si sono confrontati quattro professori (Carlo Alberto Barbieri, Marco Ponti, Angelo Tartaglia, Mario Villa), due a favore del TAV e due contrari, i quali hanno presentato e analizzato i dati relativi al progetto.
Dal momento che si è trattato di interventi squisitamente tecnici ma resi assai comprensibilii, riteniamo che possa essere interessante, per chi volesse approfondire l'argomento e formarsi un'idea neutrale, assistere alla registrazione audio/video dell'intero dibattito (2h 53'), disponibile qui: http://www.ustream.tv/recorded/18305117


A proposito di Chiomonte - Articolo di Carlo Vigo (luglio 2011)

Molti soci GAT, che tra il 1986 e 1987 hanno collaborato come volontari nello scavo dell'area neolitica della Maddalena a Chiomonte, si pongono alcune domande.

L'area in questione - definita dai giornali come la Pompei del Nord - risulta essere il più importante scavo archeologico di età neolitica nell'Italia settentrionale realizzato negli ultimi decenni. Dal punto di vista cantieristico, invece, il sito della Maddalena è una semplice area di appoggio, esterna alla zona dove saranno scavati i famosi tunnel di prospezione per il nuovo percorso TAV, occupata quindi senza valido motivo.
Dobbiamo quindi immaginare che anche altre zone archeologiche - i Fori Imperiali, la necropoli della Banditaccia, l'arena di Verona... - possano essere occupate per realizzare insediamenti militari? Con ogni probabilità l'esempio più recente di occupazione militare di un sito a tutela storico-archeologica in Italia ha riguardato, alla fine della seconda Guerra Mondiale, l'abbazia di Montecassino. Non si è quindi compreso, in questo caso, l'importanza dell'area (evento grave ma anche possibile) o semplicemente il patrimonio storico-archeologico è stato ignorato?

Il sito della Maddalena venne indagato in una prima fase da professionisti aiutati (a costo zero) da volontari. L'importanza dei reperti venuti alla luce impose uno scavo intensivo che richiese anni di lavoro. I costi, ovviamente molto ingenti, furono coperti dalla SITAF, società a maggioranza pubblica, quindi pagati in buona parte dalla collettività.
E non è finita in quanto nel 2010 (duemiladieci), per il "rilancio" del sito archeologico della Maddalena il comune di Chiomonte riceve 800.000 euro (ottocentomila) da ARCUS spa (società del Ministero del Tesoro con coinvolgimento del Ministero dei Trasporti e del Ministero dei Beni Culturali).

Domanda: se l'area archeologica è così importante tanto da essere stata finanziata con una pioggia di denaro pubblico, con quale logica viene poi occupata e resa inutile? Se viceversa l'area non è così importante, bisognerebbe perseguire legalmente chi ha permesso lo spreco di denaro pubblico.

...

Cambiando decisamente registro, ci permettiamo di segnalare che la nascita di un insediamento (civile o militare che sia) di norma segue regole precise (la zona scelta dev'essere salubre, il territorio non soggetto a frane, esondazioni, slavine...), regole che suggeriscono, in genere, di non edificare alcunché sui resti di un cimitero!

Chi ha pianificato l'insediamento militare della Maddalena di Chiomonte probabilmente ignorava gli studi di antropologia culturale sul negativo rapporto fra cimitero e insediamento. Ugualmente, non aveva competenze cinematografiche: infatti, innumerevoli sono le pellicole - come Cimitero vivente, Una notte al cimitero, Assassinio nel cimitero etrusco, Il corvo, La creatura del cimitero - dedicate al rapporto (complicato) fra i vivi e i morti disturbati nel loro meritato riposo.

Infine, si noti che la connotazione militare di colui che oltraggia il territorio non spaventa il defunto (che essendo tale non può peggiorare la propria situazione) ma piuttosto lo esalta - come è evidente nel grande classico di Romero - La notte dei morti viventi.

Nella Maddalena di Chiomonte i cimiteri sono addirittura due, sepolture neolitiche e inumazioni di epoca celtica con una tomba conosciuta come " la Principessa".

Speriamo in bene e attendiamo con fiducia e curiosità gli eventi.


Nota - 29 giugno 2011

Comunque la pensiate sulla questione TAV in Val Susa, questa è la situazione dell'area archeologica di Chiomonte, a seguito dell'apertura del cantiere, tratta dal sito dell'ANSA:

[ANSA - 29 giugno 2011]
[...] Polizia e carabinieri bloccano gli accessi sulla strada dell'Avanà, dalla centrale idroelettrica in su, proteggono gli operai delle ditte. Sono molte decine e hanno sistemato i loro uffici provvisori anche nei locali del Museo Archeologico. Staranno lì - viene spiegato - finché ce ne sarà la necessità. Una sistemazione che ha fatto andare su tutte le furie l'assessore alla Cultura di Chiomonte, Cristina Uran, spingendola addirittura a dimettersi. ''Si sono piazzati lì, senza neppure chiedere il permesso. E intanto tutta l'area della Maddalena sta subendo una devastazione vergognosa''. [...

L'articolo completo è visibile qui:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/06/26/visualizza_new.html_812824071.html

Si veda anche:
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/piemonte/2011/06/28/visualizza_new.html_811843790.html

Il GAT auspica che sia il Museo che l'Area Archeologica di Chiomonte, dove attualmente ferve un'attività di cantierizzazione coatta, non subiscano (ulteriori) danneggiamenti e che possano presto ritornare fruibili dalla collettività.


NO TAV
TAV in Valle di Susa e tutela del patrimonio archeologico:
il punto di vista del GAT (PDF - gen2006 - tracciato oggi cambiato)

Uno dei siti archeologici sul possibile tracciato -
oggi
variato - dell'alta velocità:
il Maometto di San Didero (PDF - gen2005) articolo tratto da Taurasia

Sull'argomento TAV-NOTAV, fatevi la vostra opinione personale
cliccando su:
www.notavtorino.org o www.notav.info (contro)
www.tav.it (pro) - ad aprile 2011 il sito, un tempo attivo, risulta inattivo.

Nota - maggio 2011 - QUI è possibile scaricare le mappe ufficiali dei tracciati
[
http://www.notav-valsangone.eu/]


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Precisazione su un video pubblicato su YouTube:
nessun sito romano distrutto, a Torino

Gentili amici e amiche,

da più parti ci è stato segnalato un filmato pubblicato su You Tube, ripreso nel centro storico di Torino; esso mostra le attività di scavo in corso all'interno di una porzione di isolato, operazioni che hanno evidenziato per lo più strutture murarie subrecenti (è l'unica osservazione concreta che la visione del filmato consente).
Dal momento, però, che i commenti postati in risposta a questo video paventano l'avvenuta distruzione di un sito romano, evidentemente male interpretando le murature mostrate nel filmato, ci sembra tutt'altro che superfluo far presente che:

- l'area in questione si trova in via Botero, tra via Garibaldi e via Barbaroux; in quel punto, da qualche tempo, sono in corso le operazioni di indagine archeologica preliminari alla ricostruzione di una porzione dell'isolato, da molto tempo mancante;

- in tale porzione di isolato si elevava, sino all'agosto 2010, un robusto pilastro realizzato con blocchi in pietra, ritenuto genericamente di epoca romana (di qui forse l'equivoco di chi ha realizzato e pubblicato il filmato) e recentemente (novembre 2010) riconsiderato dalla competente Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte (d'ora in avanti: SBAP) come un manufatto ottocentesco, costruito con blocchi di reimpiego pertinenti a un acquedotto di epoca romana; il pilastro è stato rimosso dalla stessa SBAP, con ogni cura, per consentirne lo studio in laboratorio e, al termine dei lavori, sarà rimontato in loco;

- lo scavo in questione, così come tutti quelli effettuati negli anni passati o ancora in corso nel centro storico di Torino, è sempre attentamente monitorato da archeologi professionisti incaricati dalla SBAP, come da prescrizioni di legge.

Dunque, in questo specifico caso non si può in alcun modo parlare di "sito romano distrutto" e tantomeno in pericolo, dal momento che tutte le operazioni di cantiere sono sempre state, sono e saranno sotto il diretto controllo della SBAP e dei suoi incaricati.

Poiché il cantiere si imposta sull'area di una delle insulae della città romana, area che ha conservato una certa importanza anche durante i secoli medievali, è normale che dallo scavo emergano testimonianze archeologiche di qualche tipo, ma esse vengono comunque documentate (e, qualora se ne ravvisi l'opportunità, conservate) nel migliore dei modi. Non vi è perciò ragione alcuna, in merito a questo scavo, di dar credito ad allarmismi; questi ultimi sono stati probabilmente generati sull'onda dei recenti e sconcertanti avvenimenti pompeiani ma, ribadiamo, in questo caso non hanno ragion d'essere.

Cordiali saluti a tutti
La Direzione (17 novembre 2010, rev. 17 dicembre 2010)


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Da leggere... Consigli gàttici



F. Avilia - Il disegno del reperto archeologico, Roma 2009, pp. 59, euro 6.90.

Primo quaderno della collana "I Quantobasta della Libreria Archeologica". Il progetto editoriale consiste nella realizzazione di agili manuali tascabili, strumenti di lavoro pronti all'uso, ma al contempo accurati ed il più possibile completi, indirizzati a studenti, professionisti del settore, appassionati.



Aa.Vv. - Luxus. Il piacere della vita nella Roma imperiale, Roma 2009, pp. 540, euro 70.00.

Il lusso e lo sfarzo, la capacità di godere del piacere fisico e intellettuale, l'amore per la vita e a volte anche per i suoi eccessi formano il filo conduttore della mostra Luxus, organizzata da DNArt e avente come prima sede espositiva il Museo di Antichità di Torino. Il catalogo, svincolandosi dalla semplice descrizione delle 350 opere presentate alla mostra, traccia un quadro vivace e brillante della vita nella Roma imperiale, descrivendo i prodotti più ambiti, le vie che dagli angoli remoti dell'immenso Impero portavano nell'Urbe stoffe pregiate, manufatti raffinatissimi, la nordica ambra e le spezie delle terre d'Oriente, oggetti di uso quotidiano e opere d'arte destinate ai più ricchi e fortunati, per scacciare dalla mente il dubbio che un'epoca così prospera potesse giungere alla fine e che anche per i più fortunati dovesse risuonare il monito - nonché titolo di un celebre mosaico qui esposto - Memento mori.



M. Barbanera (a cura di) - Relitti Riletti. Metamorfosi delle rovine e identità culturale, Torino 2009, pp. 510, euro 75.00.

Le rovine archeologiche punteggiano le nostre città, costellano i nostri centri storici. Ammirate, fotografate, visitate, sottratte allo scorrere del tempo e consegnate a un'immobile eternità., sono oggetto di un culto della memoria, segni tangibili della devozione dell'uomo moderno verso l'antichità (classica e non solo) e le sue testimonianze. Ma è sempre stato così? Com'erano osservate e vissute le tracce del passato, i reperti di mondi scomparsi, dall'intellettuale e dall'uomo della strada, prima che l'archeologia diventasse una scienza? Qual era il loro posto nell'immaginario collettivo, quale la loro funzione ideologica? E cosa succedeva e succede fuori dai confini dell'Europa occidentale? Che ne è dei resti del grandioso passato mesopotamico o delle maestose spoglie della civiltà bizantina? A queste e a molte altre domande cerca di rispondere il volume curato da Marcello Barbanera. Grazie anche a un ricco corredo iconografico, archeologi e storici dell'arte portano per mano il lettore lungo un percorso affascinante, da Roma ad Atene, da Creta a Istanbul, dalla Libia all'Iraq, lungo il quale le rovine, con le loro avventurose trasformazioni attraverso i secoli, mostrano una vitalità davvero inaspettata.



M. Caroscio -
La maiolica in Toscana tra Medioevo e Rinascimento. Il rapporto fra centri di produzione e di consumo nel periodo di transizione, Firenze 2009, pp. 218, euro 28.00.

L'Autrice, vincitrice del premio Ottone d'Assia-Riccardo Francovich 2007, prende in esame la maiolica prodotta e utilizzata nella Toscana fra XIV e XVI secolo e attraverso l'analisi sia della fonte archeologica che di quelle documentarie ricostruisce i flussi di circolazione dei manufatti e delle tecnologie per l'arco cronologico considerato. In particolare vengono presi in esame i centri produttivi del medio Valdarno, focalizzando l'indagine su Firenze, Bacchereto, Montelupo e Cafaggiolo. Un ampio capitolo, in cui sono messi a confronto i reperti ceramici provenienti dai nuovi scavi stratigrafici di via de' Castellani e della Biblioteca Magliabechiana, è dedicato a Firenze come centro di consumo. Completano il volume alcune considerazioni sui materiali rinvenuti presso la "terra nuova" di San Giovanni Valdarno e le fortezze medicee di Livorno e Grosseto, e un capitolo conclusivo in cui vengono proposte alcune chiavi interpretative del documento archeologico come fonte della ricostruzione storica.



R. Bordone, G. Sergi -
Dieci secoli di Medioevo, Torino 2009, pp. 415, euro 26.00.

Da questo libro emerge un millennio medievale depurato degli "stereotipi colti" che caratterizzano le conoscenze su questa fase storica. Gli approfondimenti innovativi sono collocati all'interno di una trama espositiva che, per chiarezza, rispetta l'andamento cronologico e seleziona con cura le conoscenze che è bene facciano parte della nostra cultura, dedicando spazio maggiore ai temi che per molto tempo si sono prestati a equivoci e a interpretazioni semplicistiche. La centralità europea e continentale della trattazione non esclude uno sguardo aperto alle civiltà che, dall'Asia all'Africa settentrionale, dagli Urali alle isole britanniche, entrarono in contatto con la dominazione dei Franchi, la condizionarono e con essa interferirono. Con un'ulteriore centralità delle strutture del potere, questo Medioevo è dunque un repertorio di risposte che consente sia di acquisire saperi consolidati, sia di costituire una ideale premessa per gli studi che stanno applicando una nuova strumentazione a una lunga fase storica che occupa nella cultura diffusa un posto rilevante ma anche ricco di ambiguità.



F. Isman -
I predatori dell'arte perduta. Il saccheggio dell'archeologia in Italia, Milano 2008, pp. 256, euro 19.00.

Milioni di reperti, spesso autentici tesori unici al mondo, scavati clandestinamente; centinaia di migliaia di siti archeologici della Penisola violati e devastati; decine di migliaia di "tombaroli", intermediari e grandi mercanti indagati e sotto processo: la Grande Razzia si è consumata in Italia a partire dagli anni settanta. A suon di milioni di dollari, oggetti importantissimi, che restano stupendi ma sono ormai privati del loro passato, sradicati dai propri contesti e diventati "muti", sono stati acquistati da una dozzina di grandi musei internazionali, americani ed europei, e dalle massime collezioni private del mondo, spesso le più misteriose. Solo una piccola parte è stata finora restituita. Sulla base di interviste e documenti giudiziari, viene ricostruito, come non era mai stato fatto, il massimo saccheggio d'arte e cultura che ha colpito un Paese occidentale nell'ultimo secolo. Alcune vicende, inedite, sono degne di un thriller o di un "giallo". E restano ancora fittissimi misteri.



A. Guidi - Preistoria della complessità sociale, Bari-Roma 2009, pp. 282, euro 26.00.

Le origini dell'ineguaglianza, la meccanica e le cause della trasformazione delle prime società a struttura più o meno egualitaria in compagini complesse, fino alla nascita degli Stati arcaici. Alessandro Guidi, con gli strumenti dell'archeologia, analizza la storia del continente europeo (e, per quanto riguarda le epoche più antiche, del Vicino Oriente) dal Neolitico fino alla metà del I millennio a.C. individuando, nello sviluppo della differenziazione sociale, un unico filo rosso. Quello di un potere che per crescere e svilupparsi adotta, fin dalle epoche più antiche, tecniche sempre più raffinate di acquisizione del consenso.



M. Bernabò Brea e M. Cremaschi (a cura di) - Acqua e civiltà nelle Terramare. La vasca votiva di Noceto, Milano 2009, pp. 264, euro 50.00.

Nella primavera del 2004 uno sbancamento effettuato nel corso di lavori edili ai margini meridionali del paese di Noceto ha messo in luce un sito archeologico di rilevanza straordinaria: una gigantesca vasca di legno, costruita nel XV sec. a.C., il cui significato e la cui funzione vanno cercati con ogni probabilità nella sfera del sacro.
La vasca votiva di Noceto rappresenta un documento unico, non solo per struttura, dimensioni e complessità, ma anche perché costituisce un tipo di testimonianza rituale finora non attestato la posizione dei recipienti in ceramica indica che tazze, vasi, scodelle non sono stati gettati ma accuratamente deposti, indizio della funzione rituale della vasca. Tra il materiale rinvenuto a Noceto vi sono oltre 100 recipienti, fusaiole e pesi, statuine e vasetti in miniatura, macine, martelli, aratri, un palco di cervo, ossa di animali e tracce vegetali che rendono possibile lo studio del mondo rurale del tempo.