Attenzione: DATI PROVVISORI - Ultimo inserimento: 4 marzo 2017

Nel corso di trent'anni di vita, il Gruppo Archeologico Torinese ha partecipato a svariati campi di indagine archeologica, per lo più in aree piemontesi ma anche in altre regioni d'Italia (in Liguria, nel Lazio, in Calabria, in Toscana a Sorano, in Friuli), il tutto nell'ambito di collaborazioni con le locali Soprintendenze (direttamente o attraverso la mediazione di terzi) e con altri Enti preposti alla tutela del territorio.

In molti casi lo scavo è stato realizzato grazie e con l'esclusiva (o pressoché tale) partecipazione dei soci GAT, in altri casi si è trattato di una collaborazione significativa (in qualità di responsabili o co-gestori) alla gestione di campi organizzati da altri gruppi archeologici (nello specifico, il GA Romano, il GA Krotoniate, il GA Ionico "Ludovico Magrini").

In più di un'occasione il sito oggetto di scavo è stato scoperto e segnalato dai volontari del GAT.

In numerosissime altre occasioni, inoltre, i nostri soci hanno semplicemente partecipato ad attività interamente gestite da altri gruppi archeologici (come il GA Romano, il GA Milanese, il GA Pisano, il GA Spezzino o la Società Friulana di Archeologia) ma non ne possiamo certo dar conto qui, si tratta di centinaia di casi.

Riportiamo di seguito i siti archeologici indagati dal GAT (in alcuni dei quali le attività sono tutt'ora in corso).


Val di Susa (To)
Cascina Parisio
Chianocco
Chiomonte
Foresto
Mompantero
San Valeriano
Villardora
Villarfocchiardo

Torino e dintorni
[mura romane - To]
Bric Palouch

Bric Rocca
Bric San Vito

Castelvecchio
Monfalcone
Tondonitum

Verrua Savoia

Piemonte
Arial - Buttiberghe (To)
Foglizzo (To)
Industria (To)
Pedelchiri (To)
Rubbianetta (To)

Toscana (Gr)
Saturnia
Sorano CAMPO ARC.
Sorano galleria etr.

Altri siti
Attimis (Ud)
Cropani
(Cz)
Crotone
Falerii Novi (Vt)
Rofalco (Vt)
Sellia Marina (Cz)
Stalettì (Cz)
Tolfa (Rm)
Tuscania (Vt)



Valle di Susa - Torino (collab. con il prof. Aureliano Bertone)

VILLARDORA


Ubicazione: Villardora (To) - Località "San Pancrazio"
Cronologia:
prima metà I millennio a.C. - Tarda età del Ferro
Data intervento:1982-83

I primi interventi in quest'area si devono all'archeologo prof. Aureliano Bertone, coadiuvato dal geometra Fracchia, che da lìa poco avrebbe costituito il nuovo* Gruppo Archeologico Torinese divenendone il Direttore. Questo di Villardora è dunque il primo intervento nella valle che poi vedrà il GAT protagonista, negli anni a seguire, di altre interessanti indagini archeologiche in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica del Piemonte (SAP).
Si tratta, inoltre, del
primo vero scavo scientifico preistorico effettuato in valle di Susa; fino a tale momento la preistoria valsusina è pressoché sconosciuta (se si escludono dati molto scarsi e imprecisi) e si deve ai volontari del GAT, al prof. Bertone e ai funzionari della Soprintendenza Archeologica del Piemonte se gli studi su quest'epoca, poi protrattisi negli anni successivi, hanno potuto avere inizio.


*Un precedente Gruppo Archeologico Torinese esisteva già negli anni '70 ma si era sciolto senza lasciare successori.


Villar Dora 1983 - Tomba di cremato della tarda Età del Ferro


Villar Dora 1983 - Orizzonte della tarda età del Bronzo.

VILLARFOCCHIARDO


Ubicazione: Villarfocchiardo (To) - Località "Cara du Ciat"
Cronologia:
prima metà I millennio a.C.
Data intervento GAT:1984


E' la primissima attività archeologica del GAT, pochi mesi dopo la sua costituzione.
Nella campagna di scavo del 1984, il prof. Bertone, grazie alla collaborazione del Gruppo Archeologico Torinese (20 soci per un totale di 832 ore di lavoro), effettuò uno scavo su un'area di dimensioni ridotte ma che produsse risultati importanti per quanto riguarda la ricostruzione degli insediamenti preistorici nella bassa Valle di Susa.

Situato su una rupe che sporge per circa 50 metri sul conoide di deiezione sul quale si è sviluppato l'attuale Villar Focchiardo, il sito s'inserisce in una strategia di insediamento già riscontrata nell'area ligure durante l'età del bronzo medio tardo dove la posizione arroccata sembra essere stata dettata da esigenze economiche più che militari.

Descrizione dei ritrovamenti: Sono stati recuperati oltre 6000 frammenti fittili sui quali è stata condotta un'analisi strutturale e morfologica (con l'ausilio del computer - un'operazione all'avanguardia per l'epoca!) condotta grazie ai soci GAT, in particolare Carlo Magnone e Franco Gazzola. Lo studio dei dati di scavo è stato completato da un'analisi palinologica eseguita, anche in questo caso, da elenti del Gruppo (P. Rolfo Arzarello)
Tra gli oggetti più interessanti si segnala una tazza carenata (foto a lato)che presenta il bordo piatto estroflesso e il fondo piatto ombelicato. La decorazione di questa tazza procede a partire dalla base del ventre con due file parallele di coppelline separate da due ampie scanalature, e prosegue con due fasci di segmenti incisi a zig-zag, uno sul ventre e uno sulla carena. Caratteristiche del periodo sono le decorazioni a coppelle con il centro rilevato, le decorazioni a puntini impressi e il motivo inciso a denti di lupo fra segmenti paralleli (tipo Scamozzina-Monza).
Di notevole interesse una piccola macina in gneiss locale (la cui presenza caratterizza il sito come insediamento e non come area cimiteriale), una scheggia di quarzo ialino ed un cristallo di quarzo latteo.

(Descrizione a cura di Carlo Vigo, tratta da
Archeocarta).


Tazza carenata e probab. biansata, relativa all'Età del Bronzo. Foto P. Nervo. Museo di Antichità di Torino (magazzino).

SAN VALERIANO


Ubicazione: San Valeriano (Borgone-To) - Località "xxxxx"
Cronologia:
prima metà I millennio a.C. - Tarda età del Ferro
Data intervento GAT:1984-1985-1986

Dopo gli scavi di Villardora e Villarfocchiardo la Soprintendenza formulò la premessa del progetto "Per un'Archeologia di Valle" e nel settembre del 1984 ebbe inizio una nuova campagna di scavo a San Valeriano, che si rinnovò nelle due successive primavere. In quest'occasione la partecipazione del Gruppo fu massiccia, con 987 ore di lavoro distribuite nei tre periodi. Dei quattro siti scavati, due erano a cielo aperto e due in grotte-riparo. Attualmente il siuto non è visitabile.

I ritrovamenti hanno fornito manufatti ceramici attribuibili alla cultura dei vasi a bocca quadrata (VBQ) dello stile meandro-spiralico, e altri con decorazione a filo spinato. Inoltre, alcuni frammenti di presine multiforate si collocano nella cultura Chassey componendo, unitamente ad alcuni rinvenimenti di frammenti ceramici del tipo del bicchiere campaniforme, un quadro d'insieme veramente singolare.
Scarsa l'industria litica, costituita da alcune asce in pietra levigata e da alcuni stumenti in selce.
Non è stato possibile individuare strutture di abitato ma l'insieme dei reperti consente di dedurre una frequentazione umana che va dal Neolitico al Bronzo Finale, come attestato dal ritrovamento di alcuni anelli in bronzo.


1984. Soci GAT alle prese con il rilievo dello scavo nel riparo sotto roccia.

CHIANOCCO


Ubicazione: Chianocco (To) - Località "Orrido"
Cronologia:
metà III millennio a.C.
Data intervento GAT:1985

La presenza del GAT , sempre in collaborazione con la Soprintendenza del Piemonte, è stata determinante per il salvataggio di un altro sito, oggetto di continue manomissioni da parte dei soliti clandestini e già interessato da indagini esplorative condotte negli anni '70.

Un cantiere di scavo - condotto dal dott. Aureliano Bertone grazie alla collaborazione dei soci GAT - fu impostato nell'agosto del 1985 in una cavità situata a circa 10 metri di altezza nella parete dell'Orrido di Chianocco, generato da una profonda incisione praticata dal torrente Prebec che scorre sul fondo.

L'accesso alla cavità fu reso possibile dall'intervento del Club Alpino Italiano, che realizzò un sistema di corde fisse con imbragatura per gli addetti ai lavori e una teleferica per il trasporto di utensili e materiali.
Dobbiamo considerare che quattro o cinquemila anni fa la topografia del luogo era assai diversa. Il torrente scorreva "più in alto" e l'ingresso alla grotta era, per l'uomo preistorico, decisamente più agevole di quanto appaia attualmente.

Nonostante i precedenti scavi clandestini e il franamento naturale, i risultati furono soddisfacenti.
Nella produzione fittile sono caratterizzanti grossi orci d'impasto grossolano a superfici lisciate ed ossidate. Privi di ansa e decorati con cordoni lisci e paralleli, alti circa 50 cm e con una capacità di 30/35 litri, servivano a conservare derrate alimentari come cereali o carni essiccate.

Relativamente abbondante l'industria su selce: si segnala una cuspide di freccia a ritocco bifacciale coprente, un semilunato e, sempre in selce, un elemento di falcetto.

Numerosi anche i manufatti in osso come scalpelli, punteruoli, una guaina per asce e un battifilo in osso per telaio.

Sono state pure rinvenute fusaiole in terracotta e pietra e asce in pietra levigata.

L'industria su osso è piuttosto consistente, ed è rappresentata da uno scalpello, una guaina per ascia, un battifilo per telaio e vari punteruoli. Abbondanti le microfaune,l'avifauna,le specie selvatiche come cervidi e cinghiali e quelle domestiche rappresentate dai caprovini.

Ma il ritrovamento di maggior rilievo è senza dubbio la traccia di una sistemazione artificiale del piccolo spazio disponibile che comprendeva un acciottolato, conservato per meno di un metro quadrato, due buche di palo circolari, residui di focolari costituiti da cumuli di ceneri e di carboni di legna e, intorno, rifiuti domestici come ossa, ghiande e manufatti rotti o incompiuti. Di questa primitiva pavimentazione è stato realizzato un calco (a cura di Livio Mano).
Dallo studio del materiale rinvenuto e dall'esame al Carbonio 14 a cui sono stati sottoposti gli abbondanti resti di focolare, il sito è stato datato alla metà/ fine del terzo millennio a.C.

Parteciparono a questo scavo 19 soci GAT, presenti per 864 ore lavorative complessive. Il sito non è visitabile.



Panorama della sommità dell'Orrido di Chianocco.


Socie GAT (Laura Montixi Comoglio e Cristina Vices Vinci) durante lo scavo in grotta.


Chianocco, rilievo della pavimentazione rinvenuta nella parte più interna della grotta.

CHIOMONTE


Ubicazione: Chiomonte (To) - Località "La Maddalena"
Cronologia:
neolitico (IV e il III mill. a.C.), età preromana, romana, medievale
Data intervento GAT:1986-1987

Nel 1986 il Gruppo Archeologico Torinese (GAT) venne chiamato dal prof. Aureliano Bertone a collaborare con la Soprintendenza Archeologica del Piemonte per un saggio esplorativo in località La Maddalena di Chiomonte.

La storia dei rinvenimenti in questa zona aveva avuto inizio sin dagli anni Cinquanta con una comunicazione del geologo Capello sul Bollettino della Società Geografica Italiana. Da allora molti si fecero promotori di ricerche che non diedero risultati significativi. Fino a quando, essendo il sito interessato dal passaggio dell'autostrada del Frejus allora in costruzione, la Soprintendenza fece sospendere i lavori per accertare la reale consistenza archeologica ed effettuare un eventuale intervento di salvataggio.

L'indagine esplorativa, condotta tra 1986 e 1987 grazie all'apporto determinante dei volontari del GAT, appurò l'esistenza di un sito dall'estensione notevole.
Dopo solo un anno di pressoché ininterrotto lavoro, la massa dei ritrovamenti era già enorme. Si contavano centinaia di migliaia di reperti ceramici e migliaia di manufatti litici sia in selce che in pietra levigata.

In breve tempo, la complessità e la vastità del sito, unitamente ai tempi brevi imposti dalla Società appaltatrice dell'autostrada che sollecitava lo sgombero della zona per procedere nei lavori, richiesero il necessario ricorso a una cooperativa archeologica; ciò rese marginale, negli anni successivi, l'apporto volontaristico, che tuttavia non venne mai a mancare.
I soci del Gruppo continuarono la loro opera di presenza sul cantiere, partecipando attivamente alle attività di ricerca, presidiando l'area anche durante i giorni festivi per evitare l'intrusione di estranei.

Nel corso delle indagini, in particolare nei primi due anni, sono stati presenti a Chiomonte 23 volontari del GAT per un totale di oltre 2000 ore lavorative.

Sin dai primi ritrovamenti prese anche forma l'idea del prof. Bertone di creare un Museo destinato ad accogliere il copioso materiale del sito. La prima sede del museo, nel Palazzo Levis di Chiomonte, fu allestita grazie alla collaborazione fattiva dei soci del GAT. Nel 1987 nel Museo di Chiomonte venne allestita la mostra "5000 anni fa CHIOMONTE", esposizione didattica a cura della Soprintendenza Archeologica del Piemonte e del Gruppo Archeologico Torinese, con il patrocinio del Comune di Chiomonte. Dopo qualche anno il museo fu spostato direttamente a La Maddalena, nei locali vicino agli scavi, dove si trova tutt'ora ma con un allestimento del tutto rinnovato.


L'area archeologica di Chiomonte, indagata per oltre 12 mila metri quadrati, si trova su un terrazzo di origine fluviale a circa 800 metri s.l.m., caratterizzato dalla presenza di grossi massi di frana; quest'ultima pare essere stata la causa che ha determinato la distruzione dell'insediamento neolitico.
La datazione colloca l'antico abitato tra il IV e il III millennio a.C., con principale riferimento a un orizzonte chasseano (da Chassey, in Francia). Vi è pure qualche sporadica presenza della cultura dei Vasi a Bocca Quadrata (diffusa nella bassa val di Susa e in tutta la Pianura Padana), che suggerisce l'esistenza di scambi con gli insediamenti della bassa valle come quello di San Valeriano.
L'abbondanza di reperti faunistici, sia domestici che selvatici, testimoniano la notevole consistenza dell'abitato e il suo permanere nel tempo.
Nel pianoro antistante sono state rinvenute alcune tombe a cista, con scheletri di inumati in posizione fetale.
La storia del sito prosegue in epoca preromana (si segnala una splendida inumazione femminile, datata 400-350 a.C.) e, in tono minore, in età romana e durante il Medioevo.


Veduta dello scavo.

 
Pannello esplicativo
a cura del GAT
Scarica il PDF

MOMPANTERO


Ubicazione: Mompantero (To)
Località "Ecova, Rocca del Chiodo, Costa Sëppa"
Cronologia:
N.D. (dal neolitico a oggi)
Data intervento GAT:1987-88

Nell'autunno del 1987 la Sezione Valsusa del Gruppo Archeologico Torinese, con la collaborazione della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, del Centro Camuno di Studi Preistorici, di Antropologia Alpina, della Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia e del Comune di Borgone di Susa, organizzò un "corso propedeutico teorico-pratico: CONOSCENZA E RILEVAZIONE DELLE INCISIONI RUPESTRI". Il corso ebbe notevole successo e spinse molti appassionati a guardare il territorio con occhi più attenti. I coniugi Franca Genta a Valerio Tonini decisero di esplorare un pianoro attraversato da una mulattiera un tempo molto frequentata (Costa Sëppa).

L'esplorazione fatta con occhi attenti diede i suoi frutti. Dapprima scoprirono un antropomorfo a cavallo e alcune coppelle; esplorazioni successive permisero loro di ritrovare incisioni labirintiformi, altri antropomorfi e segni diversi.
Le prime diapositive vennero esaminate durante il corso con i docenti e successive esplorazioni permisero di rinvenire altri meandriformi, coppelle eccetera.

La scoperta venne formalmente segnalata dalla Sezione Valsusa del GAT alla Soprintendenza Archeologica del Piemonte in data 7/1/88, che a sua volta provvide a comunicarlo al Comune di Mompantero, definendo il ritrovamento "di eccezionale interesse".


Calco (a cura di Livio Mano) di uno dei gruppi di incisioni rupestri rinvenuti sulle alture di Mompantero.

1988 - Progetto rilevamento incisioni rupestri (PDF)

CASCINA PARISIO


Ubicazione: Susa (To) - Località "Castelpietra / Tre Piloni"
Cronologia:
prima metà I millennio a.C. - Tarda età del Ferro
Data intervento GAT:1989
xxxxxxx


Aureliano Bertone e Stefania Vicelli al rilievo stratigrafico.

FORESTO


Ubicazione: Foresto (To) - Località "xxxx"
Cronologia:
xxxx
Data intervento GAT:xxxx
xxxxxxx


Foresto, rilievo della parte ovest della grotta.



Torino (nell'ambito del progetto "Res Taura" - 1995-1997)

TORINO - Pulizia delle mura romane di pert. comunale


Ubicazione: Torino
Cronologia:
età imperiale romana
Data interventi:1995/1997

xxxxxxxxxxxxxxxxxx





Collina Torinese e sue pertinenze
(nell'ambito del progetto "Ricognizione della Collina”)

BRIC PAOLUCH (area limitrofa)


Ubicazione: Baldissero (To) - Località xxx
Cronologia: età imperiale
romana
Data intervento GAT:dal 2014
a oggi

Il sito (probabilmente una fornace romana) è stato individuato grazie ai soci dell'associazione Albacherium, che hanno coinvolto il GAT nella prospezione alla quale è seguita la consueta segnalazione alla SBAP (10/3/14).
L'area, inedita, è ancora in fase di indagine.


BRIC ROCCA (area limitrofa)


Ubicazione: Baldissero (To) - Località xxx
Cronologia:
età protostorica
[?]
Data intervento GAT:dal 2014 a oggi

Il sito, segnalato alla SBAP (10/11/14), ha restituito frammenti di ceramiche non tornite, di scarsa qualità e incerta catalogazione, sebbene di evidente tradizione preromana.
L'area, inedita, è ancora in fase di indagine.


BRIC SAN ViTO (Bric San Vìter)


Ubicazione: Pecetto Torinese (To)
Località "Bric San Vìter"
Cronologia:
ca. V sec. a.C. --> età moderna
Data interventi:dal 1991 a oggi

Dapprima insediamento celto-ligure, poi coinvolto nella romanizzazione del territorio, dopo la caduta dell'impero romano il Bric San Vìter (così è noto in dialetto) vede il passaggio delle popolazioni barbariche, tra le quali i Longobardi; nei secoli centrali del medioevo ospita una robusta fortificazione (i cui resti sono ancora visibili) con relativo borgo dotato di chiesa.
Scomparso il castello, il sito viene ancora abitato e frequentato nei secoli successivi.
Riscoperto dal GAT nel 1991 e indagato a più riprese (rilevanti le due campagne di scavo a cura della Soprintendenza), il Bric San Vìter è tuttora fonte di studio per storici e archeologi.

[Descrizione, vedi a lato -->]

Bric San Vito, mura sudovest della fortificazione medievale


Come raggiungere il Bric San Vito da Torino (PDF)




Soci GAT nel 1992, nel corso delle operazioni preliminari di pulizia della sommità del sito e, sotto, d'indagine archeologica (negli anni seguenti). La tutela e la valorizzazione di questo sito rientrano nelle tradizionali attività del GAT.

Bric San Vito, primo resoconto (PDF) - 1992 - Estratto dal periodico di informazioni del GAT.
[
Il testo è scientificamente obsoleto]



Bric San Vito - La scoperta e le prime indagini - L'attività dei volontari e le azioni di tutela.
(PDF 220 Kb) Testo  realizzato per il volume di F.M. Gambari "TAURINI SUL CONFINE - Il Bric San Vito di Pecetto nell'età del Ferro", ed. Celid, Torino 2008.



Bric San Vito, pedina da scacchi (cavallo) dal rimanegg. degli strati medievali (presum. X-XI sec.).

Reperto rinvenuto dai soci del GAT nel 1993 e soprannominato scherzosamente "Arturo".



Cartello esplicativo realizzato dal GAT* e collocato nel 2004 sulla sommità del sito.
[[ingrandisci]

* (con il contributo della Provincia di Torino, Pronatura e altri Enti)


Scheda sul Bric San Vito
nel sito di MuseoTorino.
museoTorino

CASTELVECCHIO di TESTONA


Ubicazione: Moncalieri (To) - Località "Castelvecchio"
Cronologia:
dal Bronzo Medio al I a.C.
Data intervento:dal 1995 al 1998

Il sito di Castelvecchio è stato individuato nel 1995 dai soci del Gruppo Archeologico Torinese. Gli stessi volontari, sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte (F.M. Gambari), hanno indagato il sito negli anni successivi. Alcuni vasi quasi integri, risalenti alla seconda età del Ferro, rinvenuti durante le operazioni di recupero sono oggi esposti nel Museo di Antichità di Torino.

cva vaso
                      ricostruzione
Uno dei vasi protostorici rinvenuti a Castelvecchio di Testona, durante l'assemblamento preliminare.

MONFALCONE (Monfalconis - Montefalcono)


Ubicazione: Chieri (To) - Località "Monfalcone"
Cronologia:
basso Medioevo (in partic. XIII sec.)
Data interventi: saltuari, dal 199
x a oggi

Si tratta di una località fortificata un tempo sita tra Pecetto e Chieri, distrutta dai Chieresi nella prima metà del XIII secolo e della quale non resta nulla, se non qualche resto ceramico che emerge occasionalmente dai campi arati.

In quest'area, le attività del GAT si sono limitate a prospezioni di superficie, con raccolta di materiali sporadici relativi ai secoli bassomedievali e subrecenti.

Monfalconis
Ricognizione GAT
a Monfalconis

BRIC PORASSA (Tondonitum)


Ubicazione: Bardassano (To) - Località "Bric Porassa"
Cronologia: basso medioevo
Data intervento:2003 e poi dal 2015/2016

Sulla sommità del poggio sono stati ritrovati più tratti di strutture murarie realizzate con ciottoli di diversa pezzatura legati da malta povera di calce, ragionevolmente di età medievale. Sono stati inoltre rinvenuti numerosi frammenti di coppi. Tali ritrovamenti potrebbe essere riferiti all’insediamento medievale di Tondonitum (A. Settia, Insediamenti abbandonati sulla collina torinese, «Archeologia medievale», II, 1975, pp. 237-328)
Segnalato alla SBAP il 19/10/2015.

 Tondonitum
Tracce di murature medievali sulla sommità del Bric Porassa

VERRUA SAVOIA


Ubicazione: Verrua Savoia (To) - Località "Cava"
Cronologia:
xxx a.C.
Data intervento:dal 1996 al 2012

Il sito viene individuato, nel corso di una sempice passeggiata, dai soci GAT Mario Cerrato e Antonietta Potenza il 20 luglio del 1996:

xxxxxxxxxxxxxxxxxxx

Estratto dal periodico GAT "Taurasia" del dicembre 1996 (pdf)




Piemonte (interventi occasionali, segnalazioni, collaborazioni)


Cerchio di AIRAL - Buttiberghe


Ubicazione: Val della Torre (To) - Frazione Brione, Località "Arial / Buttiberghe"
Cronologia presunta: preromana
e succ.
Data interventi:2016/2017

Il sito non è stato individuato dal GAT, ma sono stati i nostri volontari a segnalare per primi il sito alla Soprintendenza e a proporre l'ipotesi che il "Cerchio di Buttiberghe" sia un'area cultuale preromana, forse neolitica, a somiglianza del più noto Cerchio di Goseck in Germania.
Si tratta di una struttura circolare (ca. 60 m di diametro totale), formata da un fossato, un terrapieno e probabilmente alcune strutture afferenti, come un terrazzamento. L'elemento che maggiormente fa propendere per la datazione neolitica è l'unica apertura che interrompe il fossato: collocata in direzione SE, si trova allineata con la posizione del sole all'alba del solstizio d'inverno, a somiglianza di altre strutture simili (come il citato Cerchio di Goseck).
La presenza di probabili strutture collassate all'interno della struttura, realizzate in ciottoli, potrebbe sottintendere un riutilizzo in epoche più recenti.



Il Cerchio di Airal/Buttiberghe
(schizzo di massima, F.D.)


Vedi articolo su
Taurasia 2016, pag. 35

FOGLIZZO


Ubicazione: Foglizzo (To) - Località n.d. tra F. e Montanaro
Cronologia:
età romana imperiale
Data interventi:1996/1997

Il 20 luglio 1996 alcuni soci del GAT (M. Cerrato, F. Della Mora, F. Diciotti, M. e A. Potenza), dietro segnalazione del sig. Adriano Ruzzante (residente a Montanaro), hanno ricognito e segnalato all SAP il luogo in oggetto. I soci GAT sono poi tornati altre volte per raccogliere il materiale di superficie.
Il sito si trova nel territorio del comune di Foglizzo, a poca distanza dal confine con il comune di Montanaro. Si colloca in aperta campagna su due campi distinti, separati da una strada che presenta vasti tratti acciottolati.

La ricognizione ha riscontrato una superficie di circa 200 mq completamente ricoperta di materiale laterizio e ceramico genericamente databile all'età romana imperiale, probabilmente quanto resta di una villa rustica di discrete dimensioni (che non dovrebbe rappresentare un caso isolato poiché si ha notizia di altri ritrovamenti del genere nella zona circostante).

I reperti rinvenuti in superficie si presentavano in condizioni di conservazione piuttosto degradata dovute alle continue arature cui è stato sottoposto il terreno. Tra essi si segnalano, oltre a ceramiche genericamente romane, anche alcuni frammenti di vaso in pietra ollare, un frammento di vetro appartenente ad una coppetta o ad un boccale, un orlo con spalla decorata a motivo sinusoidale e impasto grossolano (foto a lato), un orlo stampigliato (foto in basso).
L'area è stata oggetto di un intervento di prospezione geoelettrica (L. Guadagni, D. Della Mora).


Foglizzo 1996. Ceramica romana d'impasto.


Foglizzo 1997. Intervento di prospezione geoelettrica.

Estratto dal periodico GAT "Taurasia" del dicembre 1996 (pdf)

 

INDUSTRIA


Ubicazione: Monteu da Po (To) - Località "Industria"
Cronologia:
età romana imperiale
Data interventi:1986/1987

Intervento sporadico, ma significativo, di collaborazione di soci GAT (in particolare P. Nervo) negli scavi condotti dalla SAP (dott.ssa Zanda) in questa interessantissima città romana, in grandissima parte ancora da disseppellire.


Industria, panorama.

PEDELCHIRI


Ubicazione: Vinovo (To) - Località "Pedelchiri"
Cronologia:
età romana imperiale
Data interventi:1991/92 e 2010

Intervento di studio, ricognizione e segnalazione di un'area nei pressi di Vinovo (To); dai ritrovamenti di superficie effettuati dal GAT e dall'esame delle fonti e dei rinvenimenti degli anni precedenti risulta che la strada romana di collegamento tra Roma e Torino passasse proprio nella zona di Vinovo, che resta un'area di grande interesse attraverso i secoli.


Pedelchiri di Vinovo (To).

CASTELLACCIO (CASTLÀS) della RUBBIANETTA


Ubicazione: Venaria Reale (To)
Parco Regionale "La Mandria" - Località "Rubbianetta"
Cronologia:
XI-XIV secolo
Data interventi GAT: 2005/2007

In quest'area, le attività del GAT si sono limitate a prospezioni di superficie, con raccolta di materiali ceramici relativi ai secoli bassomedievali.


Torre del "Castlàs" della Rubbianetta.



Toscana (Campo archeologico gestito dal GAT)

SORANO - Galleria etrusca


Ubicazione: Sorano (Gr) - Località "xx"
Cronologia:
incerta, ritenuta generic. etrusca
Data interventi:199x

Le attività del GAT si sono limitate all'indagine dell'intera cavità (che si approfondisce nel tufo per circa 800 m, restando pressoché in piano, a circa 40 m sotto la superficie) per valutare la possibilità, scartata, di effettuare interventi archeologici.


MONTI DEL FIORA
(Campo archeologico gestito dal GAT)


Ubicazione: Sorano (Gr) - Località "Pianetti di Sovana"
Cronologia:
dall'età del Bronzo medio all'epoca medievale
Data interventi: dal 2004 al 2012
Direzione: Sopr. per i Beni Archeologici della Toscana


Pianetti di Sovana, sondaggio con rinvenimento
di strutture d'epoca romana (2009).

Lo scopo del campo, gestito dal Gruppo Archeologico Torinese sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, è stato quello di definire, attraverso la ricognizione sistematica, le dinamiche di occupazione antropica in un'area molto vasta ubicata lungo i corsi del Fiora e del Lente, in una porzione di territorio compresa tra più Comuni.
L'indagine è stata incentrata preliminarmente su un territorio-campione, quello dei Pianetti di Sovana, nel comune di Sorano (GR).


Sovana, villa romana, muro in opus reticulatum.

Gli interventi sono stati particolarmente fruttuosi, dal momento che le ricognizioni hanno portato all'individuazione di vari siti romani e protostorici, con conseguente recupero di abbondanti reperti ceramici (poi oggetto di studio presso la sede del GAT a Torino). Alla ricognizione è stata abbinata l'indagine stratigrafica, quando generata da urgenti necessità di salvaguardare siti in pericolo di manomissione, in particolare nel sito preistorico di Podere Nuovo e in quello romano-longobardo di La Biagiola, in località Pianetti di Sovana.

Giunto nel 2012 al nono e ultimo anno di attività, il campo ha permesso di approfondire la conoscenza dell'area (ricchissima di testimonianze preistoriche, etrusche, romane e medievali) in modo da comprenderne meglio il quadro storico estremamente articolato. L'attività archeologica sul territorio è stata alternata con laboratori sui materiali rinvenuti ed escursioni nel territorio circostante.


Sovana, panoramica dell'area romano-medievale con i due saggi di scavo (2010).
Foto di
Paolo Nannini per gentile concessione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana .


Si ringraziano per l'indispensabile collaborazione la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, il Comune di Sorano e l'Istituto Comprensivo "M.Vanni" di Sorano.


Sovana, ricognizione.


Sovana, saggio di scavo protostorico, operazioni di rilievo (2007).

Estratto dal Bollettino della SBAT - G. Barbieri - Intervento GAT - sito protostorico di Podere Nuovo (pdf)


Scarica il PDF (5 Mb) dei pannelli realizzati dal GAT con la descrizione storico-cronologica del territorio del Fiora e un accenno alla ricognizione archeologica.

SATURNIA


Ubicazione: Saturnia (Gr)
Cronologia:
epoche etrusca e romana
Data interventi:2005

Su richiesta della SBAT, nell'ambito della 2™ edizione del Campo Archeologico Monti del Fiora, il GAT è impegnato nel completamento dello scavo di una zona sacra etrusco-romana, indagine avviata dalla SBAT medesima l'anno precedente. L'attività porta alla completa evidenziazione dell'area oggetto dell'indagine, composta da ciò che rimane di un podio d'epoca etrusca e di alcuni ambienti d'età romana afferenti all'area sacra. Lo scavo del GAT porta anche all'individuazione di una canaletta che conduce a una cisterna verosimilmente d'epoca romana.

saturnia



Altri siti (Campi archeologici diretti da altri Gruppi con la cogestione o con il supporto logistico determinante del Gruppo Archeologico Torinese)

TOLFA


Ubicazione: Tolfa (Rm) - Loc. "Pian Conserva, la Fontanaccia, il Ferrone, Ripa Maiale"
Cronologia:
xxx
Data interventi: 1993-xxx

xxx

 




Necropoli etrusca di Pian Conserva. Tomba a tumulo.

1993 - Necropoli Pian Conserva
(pdf)

FALERII NOVI - VIA AMERINA


Ubicazione: Civita Castellana (Vt) - Loc. "Casale Montemeso"
Cronologia:
xxxx
Data interventi: 199x-

xxx


Via Amerina (2001).

TUSCANIA


Ubicazione: Tuscania (Vt) -
Località "Scalette"
Cronologia:
VII sec. a.C.
Data interventi GAT:1995/1996

Scavo e ripulitura della "tagliata" e delle tombe che vi si affacciano, con rinvenimento di cospicui resti di corredi.
Il campo, diretto dal GAR, si è avvalso della collaborazione e della partecipazione di svariati soci GAT.


ROFALCO


Ubicazione: Farnese (Vt) - Località "Rofalco"
Cronologia:
Età etrusca - III sec. a.C.
Data interventi GAT:1996/1998

A seguito dei primissimi interventi di rilievo parziale delle strutture, condotti nei primi anni Ottanta del XX secolo da volontari del GAR, il GAR medesimo e il GAT hanno intrapreso nel 1996 le prime attività di ricerca archeologica del sito. La collaborazione GAR-GAT è proseguita sino al 1998.
Il GAR continua tutt'oggi lo scavo del sito.


Rofalco 1997. Pavimentazione etrusca in blocchi di tufo.


Rofalco 1997.
Dolio etrusco.

1998 - Volantino Rofalco
(pdf)



Qui, un
piccolo ricordo del grandissimo volontario del GAR Mauro Incitti (1954-2004), indimenticato capocampo, ottimo amico del GAT, scomparso troppo presto.

CROTONE


Ubicazione: Crotone - Località "Capo Colonna"
Cronologia:
n.d.
Data intervento: 2002

Campo di osservazione archeologico-ambientale e subacquea nel mar Ionio, organizzato e realizzato in tandem tra GAT e GA Krotoniate.
Sono state ricognite le aree di Le Castella, Capo Cimiti, Capo Colonna, Capo Pellegrino, Capo Alfieri e Punta Scifo.


Capo Cimiti,
colonne romane.

CROPANI


Ubicazione: Cropani (Cz)
Località "Acqua di Friso" e "Foceri"
Cronologia:
xxxx
Data interventi:2001/2005

xxxxxxxxxxxxxxxxxx


Lekitos rinvenuto nel sito magnogreco di Acqua di Friso presso Cropani Marina (Antiquarium di Cropani - CZ)

SELLIA MARINA


Ubicazione: Sellia Marina (Cz) - Località "Chiaro"
Cronologia:
IV sec. a.C. - VII sec. d.C.
Data interventi GAT: 2006/2009

La scoperta del sito archeologico in località Chiaro di Sellia Marina, il cui scavo ha visto impegnati - tra gli altri - numerosi volontari del GAT, risale a febbraio 2006 grazie all'intervento della Soprintendenza Archeologica della Calabria. L'apertura di alcuni saggi di scavo inizia contestualmente alla realizzazione di una trincea per la posa di alcuni tubi facenti parte di una diramazione del gasdotto SNAM S.Eufemia-Crotone. Lungo un percorso di circa 400 metri sono emerse notevoli testimonianze archeologiche: una struttura a pianta rettangolare, riconosciuta come una cisterna di età tardo antica; alcune sepolture facenti parte di una necropoli, che i rari frammenti ceramici dei corredi datano al VI-VII secolo d.C.; abbondanti resti (tra cui sigillata e frammenti di coppette in vetro) ricollegabili ad una frequentazione di età romano-imperiale (I-II-III sec. d.C.). Il saggio approfondito nell'estate 2006, grazie ai volontari e al Gruppo Archeologico Ionico, ha portato alla luce un ammasso di rottami anforacei in continuità stratigrafica con il piano emerso in un precedente saggio; sotto questo strato, separato da un livello di limo sterile, è presente un piano di frequentazione di periodo greco, databile almeno a partire dal V secolo a.C. , come testimonia il ritrovamento di ceramica a vernice nera (vasetti miniaturistici legati a un contesto sacro).

Il livello formato dall'ammasso di resti frantumati di tegolame, anfore e mattoni, è stato interpretato come la risistemazione del piano di calpestio che ha preceduto la fase abitativa di II- III secolo; l'utilizzo di materiali come anfore (del tipo Dressel 1) tegole e mattoni misti a detriti riconducibili ad attività produttive di fornace (carboni, cenere, argilla concotta), era stato reso possibile dalla presenza di grandi quantità di questi scarti nella zona, provenienti probabilmente da un vasto insediamento produttivo delle vicinanze (non ancora localizzato), forse attivo a partire dal II secolo a.C.

Lo scavo dell'estate del 2006 sei si è concentrato soprattutto sugli strati al di sotto di questo livello, risalenti al periodo Brettio (IV-III sec. a.C.), dai quali sono emerse le strutture di due fornaci e un muro realizzato in embrici legati a malta, la cui funzione è ancora da definire. Dal materiale ritrovato nelle camere di cottura, le due fornaci, a pianta circolare con pilastro centrale, sembrano aver prodotto principalmente ceramica da mensa (piatti e pentole). Secondo la dottoressa Aisa, direttrice dello scavo, queste fornaci erano parte della zona produttiva legata ad una fattoria. Nei pressi del muro sono state rinvenute due monete, una bronzea e l'altra in argento, che ci confermano la datazione degli strati all'età ellenistica.

(Descrizione a cura di Jacopo Corsi).


STALETTì


Ubicazione: Stalettì (Cz) - Località "S. Maria del Mare"
Cronologia:
prevalent. VI sec. d.C.
Data interventi GAT: 2010, 2011 e 2012

Il castrum di Santa Maria del Mare occupa la parte sommitale del promontorio di Copanello, nel comune di Stalettì, da cui si può godere un paesaggio di suggestiva bellezza.

Preceduto da un insediamento a capanne di V-VI secolo d.C. nel quale si svolgevano attività artigianali di tipo metallurgico, il castrum venne costruito nella seconda metà del VI secolo d.C.

La fortificazione, che si estendeva fino a comprendere la piattaforma su cui si trova la chiesa di Santa Maria del Mare, comprendeva un vasto abitato composto da case di piccole dimensioni (circa m 5x5), con solo piano terra ed un piccolo cortile che si sviluppava alle spalle del vano principale dove venivano tenuti gli animali domestici.
L'insediamento risponde ai criteri dei trattati militari dell'epoca, e riproduce un modello architettonico adottato in diverse aree dell'impero: sito arroccato e naturalmente difeso da pendii scoscesi, interamente protetto da un muro di cinta potenziato nel punto di maggior debolezza del promontorio. Su questo lato il muro era intervallato da cinque torri, di cui quattro a U ed una quadrata, risalente al periodo greco.

Oltre all'abitato, il castrum ospitava una basilica dalle dimensioni imponenti, nella quale furono ricavate diverse tombe, ed alcuni edifici pubblici per l'amministrazione della città.

L'attività di scavo 2010/2012, realizzata dal Gruppo Archeologico Ionico con la partecipazione di soci GAT, sotto il diretto controllo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, ha riguardato in particolare l'area dell'abitato posto a ridosso delle mura di cinta.

Abitato di
                            Stalettì

[Testo gentilmente concesso al G.A. Ionico "L. Magrini" dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.]


ATTIMIS


Ubicazione: Attimis (Ud) - Località "Attimis Superiore"
Cronologia:
XII-XVI sec.
Data interventi GAT: 2013, 2014

Campo a cura della Società Friulana di Archeologia, in convenzione con il Gruppo Archeologico Torinese.

[testo in definizione]


attimis


INDICE delle ABBREVIAZIONI e degli ACRONIMI
GA = Gruppo Archeologico
GAI - GA d'Italia = Gruppi Archeologici d'Italia
GAR = Gruppo Archeologico Romano
GAT = Gruppo Archeologico Torinese
SAP = Soprintendenza Archeologica del Piemonte (oggi SBAP)
SBAP = Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte (già SAP)
SBAT = Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana

PRECISAZIONI
Per quanto riguarda gli scavi condotti in Val di Susa tra 1983 e 1989 grazie all'apporto determinante (e pressoché esclusivo) dei volontari GAT, non possiamo dimenticare l'attività allora svolta dalla Sezione GAT Valsusa (nata nel 1985, coordinata da Alberto Perino, poi discioltasi nel 1989) i cui numerosi iscritti diedero un contributo sostanziale alla ricerca; fra questi va ricordata la figura di Mauro Alpe, che ci ha prematuramente lasciati nel 2005.
Altri soci GAT, purtroppo anch'essi mancati, e che hanno dato il loro instancabile contributo alle ricerche valusine e non solo, sono stati Luciano Brancaleoni, Giacomo Busto, Giancarlo Comoglio e Franco Gazzola.
Nel 2015 è scomparso anche il prof. Aureliano Bertone, con il quale il GAT aveva cominciato la sua avventura "sul campo" nel 1983. I rapporti tra Bertone e il GAT si erano interrotti da tempo, ma il debito verso questo pioniere dell'archeologia non è mai stato dimenticato.