Il "castrum" vescovile di Testona


Testona e le sue vicende tra il X ed il XIII secolo costituiscono un esemplare modello attraverso cui cogliere i fenomeni che caratterizzano la dinamica insediativa della collina nel medioevo.

Proprietà vescovile tra il X e l'XI secolo, divenne sede di un importante comune tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII e, come tale, promosse una vigorosa azione di ampliamento del proprio territorio (poderium).

Nella seconda metà del XIII secolo il sito primitivo venne gradualmente abbandonato e la stessa sede comunale si trasferì nella vicina Moncalieri.


I dati archeologici e documentari attualmente conosciuti smentiscono le supposizioni della storiografia locale, tendenti a nobilitare Testona affermando l'esistenza sul luogo di un "municipium" romano. Va però detto che una recente (1997) ricognizione negli immediati paraggi di villa Cardinali hanno portato al recupero di sporadici frammenti ceramici protostorici che attesterebbero una frequentazione di epoca protostorica.

In età romana, in particolare, la presenza dei due municipia di Chieri e Torino e l'esistenza nella vicina area collinare di piccoli villaggi contraddistinti da toponimi di origine romana, portano ad immaginare Testona come un insediamento di non particolare importanza rispetto agli abitati circostanti.


Dopo la caduta dell'impero romano la continuità di occupazione del sito è attestata dalla presenza di un'importante necropoli longobarda, scoperta alla fine del secolo scorso dai fratelli Calandra.

Posta sul tracciato della Via Francigena la corte di Testona venne in possesso del vescovo di Torino (981 o 996) e fu una sicura residenza-rifugio in fasi tormentate della vita interna di Torino. Il vescovo Landolfo, in particolare, in un documento del 1037 (foto del documento) che si può considerare il suo testamento spirituale, elencando le opere compiute in altri centri della diocesi, afferma che a Testona cinse di mura il castello, rafforzò la torre, rialzò la chiesa e ne eresse un'altra nel piano, dedicata alla Vergine Maria, con annessi locali per 24 canonici, dotandoli di proprietà e di decime vescovili.

Lo studio degli antichi catasti di Moncalieri (1351) ha permesso di individuare con relativa precisione il sito dell'abitato vero e proprio di Testona nell'XI secolo: esso doveva trovarsi nei pressi di villa Cardinali a sud est della fortificazione sita a Castelvecchio, su un pianoro che si eleva di 20 metri dal territorio circostante.

Si tratterebbe pertanto, come spesso accadeva, di un insediamento collocato su due cime vicine, una con l'abitato vero e proprio, la seconda sede del castello.

La chiesa che Landolfo "rialzò" nel 1037 e che era al servizio della fortezza e del relativo insediamento era San Michele, sita all'incrocio fra Strada Castelvecchio e la strada che porta alla cappella del Rocciamelone, dove forse si trovava la "rocca".

Al nucleo collinare fortificato si opponeva la chiesa "in plano". Essa doveva sorgere relativamente lontana dall'abitato, in seguito a precise esigenze vescovili di controllo delle attività commerciali e del transito stradale che da Asti conduceva a Torino ed in Francia.

Nel 1159, confermata al vescovo Carlo da Federico I, Testona, anche nella sua evoluzione comunale, non creò certo al potere vescovile gli stessi problemi derivanti dallo sviluppo del vicino comune chierese.

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