Orti medievali (dati europei)


I libri di storia ci hanno insegnato che certe verdure e piante, per noi oggi comuni, erano sconosciute agli uomini dell'antichità classica e del medioevo: patate, pomodori, granturco e tantissimi altri vegetali cominciarono ad arrivare in Europa solo a partire dal XV secolo.

Ma che cosa si trovava negli orti, e dunque sulle tavole, degli uomini vissuti prima di tale periodo? Vediamo di scoprirlo osservando l'elenco di vegetali che segue,tratto dal "Capitulare de villis" (IX sec.) attribuito a Carlo Magno, dall'Hortulus di Walafrido Strabone (842), e dal trattato di botanica di Ildegarda di Bingen (XII sec.).


I cortili di un uomo medievale potevano senz'altro accogliere: la rosa, il cetriolo, il melone, la zucca, il rosmarino, i ceci, l'anice, l'indivia, il girasole, la lattuga, il puleggio, il prezzemolo, il sedano, il finocchio, la menta, le bietole, la malva, la carota, il bietolone, il cavolo e il cavolo-rapa, la cipollina, il porro, il rapanello, lo scalogno, la cipolla, le fave, i piselli. E, inoltre…

Abrotano (Artemisia abrotanum, Fam. Compositae): erbacea di cui è certa la coltivazione già negli orti Greci e Romani. Ha odore fortemente aromatico, un po' canforato ed un sapore amaro. Usata come medicinale e come pianta aromatica.

Agrimonia (Agrimonia eupatoria, Fam. Rosaceae): nell'antichità si riteneva che la specie, unica fra tutte le piante medicinali, potesse guarire la cataratta. Pianta erbacea perenne, contiene tannino in quantità rilevanti ed ha pertanto proprietà astringenti ed antidiarroiche.

Altea (Althaea officinalis, Fam. Malvaceae): fusto eretto a portamento cespuglioso, pianta medicinale della quale venivano usati sia la radice che le foglie e i fiori. Già nota ed apprezzata nell'antichità classica.

Ambrosia (Ambrosia marittima, Fam. Compositae): l'ambrosia di Strabone poteva essere l'ambrosia marittima, aromatica, presente sulle coste mediterranee ed utilizzata per i suoi poteri stimolanti. Con questo nome i Greci e i Romani designavano una pianta con odore forte e gradevole che donava agli dei l'immortalità.

Aneto (Anethum graveolens, Fam. Umbrelliferae): i semi, raccolti tra agosto e settembre, erano utilizzati nella cucina in sostituzione dell'anice. Le foglie fresche venivano usate per insaporire insalate e salse.

Asaro (Asarum aeuropeum, Fam. Aristolochiaceae): i rizomi sono stati a lungo usati come rimedio contro gli effetti dell'eccessive libagioni. Sia le foglie che i rizomi hanno proprietà diuretiche ed espettoranti.

Balsamita (Chrysanthemun balsamita, Fam. Compositae): d'origine asiatica, ma presente nell'Europa meridionale fin dall'antichità, è stata coltivata nel medioevo per le sue proprietà medicinali e per uso culinario. Quando la pianta viene sfregata emana un caratteristico profumo di menta e limone. Conosciuta anche come "erba di S. Pietro".

Bardana (Arctium lappa, Fam. Compositae): tisane decotti ed infusi ricavati dalle radici hanno proprietà depurative e diuretiche. Le stesse radici ridotte in polvere hanno carattere cicatrizzante. Veniva pure usata come cura per la gotta.

Betonica (Stachys officinalis, Fam. Labiatae): erba che in età antica e medioevale aveva il primato nell'ambito delle funzioni curative, infatti con essa si curavano più di cinquanta malattie.

Blito (Amarantus blitum, Fam. Amaranthaceae): nativa dell'Europa meridionale, coltivata sin dal neolitico, era lo spinacio dei nostri antenati. Le foglie, i gambi teneri, le infiorescenze sono commestibili. Altre specie sono coltivate in Asia e America per i grani i quali possono essere ridotti in farina.

Cardo dei lanaioli (Dipsacus fullonum, Fam. Dipsaceae): pianta caratterizzata da capolini lunghi da cinque a otto cm. con brattee dagli aculei ricurvi che venivano impiegate per la cardatura della lana.

Catapuzia (Euphorbia cathyris, Fam. Euphorbiaceae): la caratteristica più saliente è il succo lattiginoso caustico che secerne la pianta; tale succo veniva usato come purgante.

Centaurea minore (Erythraea Centaurium, Fam. Gentianaceae): come tutte le genzianacee era considerata febbrifuga, tanto da essere nota come "scacciafebbre". Per la presenza di sostanze amare ha ottime proprietà stomachiche.

Cerfoglio (Anthriscus cerefolium, Fam. Umbrelliferae): pianta spontanea simile al prezzemolo. Conosciuta dai Greci e dai Romani, cadde in disuso durante l'impero per ritornare in auge nel medioevo.

Coloquintide (Citrullus colocynthis, Fam. Cucurbitaceae): i frutti, grandi quanto un'arancia con polpa biancastra ed amarissima, decorticati ed essiccati, venivano usati come purgante drastico.

Coriandolo (Coriandrum sativum, Fam. Umbrelliferae): il nome deriva dal greco "koris" (cimice), a causa dell'odore sgradevole delle foglie e dei frutti. Coltivata per i semi (che, ben essiccati, hanno sapore forte), veniva usata per aromatizzare bevande e alimenti.

Cumino (Carum carvi, Fam. Umbrelliferae): i semi venivano usati per aromatizzare il pane, i dolci e i formaggi. In medicina se ne faceva uso per le proprietà digestive.

Dittamo (Dictamnus albus, Fam. Rutacee): si ritrova nei luoghi sassosi asciutti e soleggiati. Pianta perenne intensamente aromatica, viene chiamata anche "limonella".

Dolico d'Egitto (Dolichos lablab, Fam. Papilionacee): pianta originaria dell'Africa tropicale, coltivata già nel 4000 a.C., si diffuse nel bacino mediterraneo nel 1500 a.C. I semi, mangerecci, teneri, e di gradevole sapore, ebbero una grande importanza nell'alimentazione medioevale prima di essere soppiantati dal fagiolo importato dalle Americhe. Qualche volta il Dolico lablab (coltivato ancora intensivamente in Africa ed in India) viene confuso con il fagiolo dell'occhio (Dolichos unguiculatus), varietà presente in Europa solo a partire dal XVI sec.

Dragoncello (Artemisia dracunculus, Fam. Compositae): la pianta veniva utilizzata fresca per aromatizzare salse e frittate.

Fieno Greco (Trigonella foenum greacum, Fam. Papillionaceae): utilizzata sin dall'antichità, viene dimenticata nel XVIII secolo. I carolingi la consideravano un medicinale, gli arabi un afrodisiaco. Le sementi farinose sono efficaci nei casi di affaticamento.

Giaggiolo (Iris florentina, Fam. Iridaceae): coltivata anche nel mondo antico. Greci e Romani usavano i rizomi sia in medicina che nella profumeria.

Giglio (Lilium, Fam. Liliaceae): conosciuto fin dall'antichità, veniva associato all'idea di regalità, purezza, dignità e castità.

Levistico (Levisticum officinale, Fam. Umbrelliferae), detto anche "sedano di montagna": si usavano le radici e i frutti per gli effetti diuretici, in cucina lo si usava come legume e come condimento.

Macerone (Smyrnium olusatrum, Fam. Umbrelliferae): indigena dell'area mediterranea, frequente sui nostri litorali, la radice è eccellente cruda o cotta. Probabilmente raccolta e poi coltivata sin dalla preistoria, il macerone era particolarmente apprezzato dai Romani. La sua coltura cessa poco a poco per essere rimpiazzata dal sedano a partire dal sec. XVI.

Marrobio (Marrubium, Fam. Labiatae): facilmente reperibile sui bordi delle strade di campagna, tra le macerie e le siepi. Riconoscibile per l'odore fetido emanato da tutta la pianta, se ne raccolgono l'estremità fiorite per le proprietà stimolanti, toniche e sudorifere. Nei paesi nordici è considerata una panacea nella cura del bestiame.

Morbidelli (Valerianella olitoria, Fam. Valerianaceae), meglio conosciuto come "Sarzet" o "Songino": consumata come insalata.

Nasturzio (Nasturtium officinalis, Fam. Cruciferae): pianta erbacea biennale o perenne acquatica, vive in acqua corrente poco profonda come fontanili o sorgenti. Si mangiava sia cruda che cotta ed era usata come medicinale antiscorbuto, ricca di vitamine e di proprietà diuretiche e depurative.

Nepeta (Nepeta cataria, Fam. Labiatae): pianta aromatica diffusa nell'area mediterranea. Coltivata nel medioevo come cicatrizzante per le ferite e come digestivo. Conosciuta anche come "erba gatta".

Nigella (Nigella sativa, Fam. Ranuncolaceae): i suoi semi color nerastro, da cui il nome, erano usati come spezie per il sapore pungente e aromatico (come il cumino).

Papavero (Papaver rhoeas, Fam. Papaveraceae): dai semi si estraeva un olio che veniva usato sia per l'illuminazione che per uso alimentare. Tutte le parti della pianta hanno proprietà calmanti e leggermente narcotiche. La pianta giovane costituisce un'eccellente verdura.

Pastinaca (Pastinaca sativa, Fam. Umbrelliferae): coltivata come ortaggio e in gran voga nel medioevo, venne in seguito sostituita dalla carota. Radice mangereccia e buona foraggiera.

Robbia (Rubbia tinctorum, Fam. Rubbiaceae): conosciuta dai Romani per le sue capacità tintorie, dalle radici si estrae l'alizarina che serviva ad ottenere il cosiddetto "rosso turco".

Rucola (Eruca sativa, Fam. Cruciferae): ricca di vitamina C e sali minerali, la rucola è un'erba aromatica dalle buone proprietà depurative, toniche, eccitanti e stimolanti, conosciuta come ruga o ruchetta.

Ruta (Ruta graveolens, Fam. Rutaceae): cresce sulle montagne del meridione d'Europa, nei luoghi più aridi. La pianta ha proprietà eccitanti, sudorifere, antisettiche ed antispasmodiche, ma è sempre un medicamento pericoloso nelle mani di chi non sappia farne uso nella dose ottimale.

Sabina (Juniperus sabina, Fam. Cupressaceae): cresce spontanea nelle montagne europee; i rami giovani e le foglie possiedono un'alta tossicità e venivano usati su tigne e verruche. Usata per provocare aborti, e per allontanare dalla lana le tarme.

Salvia (Salvia officinalis, Fam. Labiatae): il nome deriva dal latino "salvare", a dimostrazione di quale considerazione avesse questa pianta nell'antichità. Ritenuta una panacea, la sua reputazione fu senza uguali nel medioevo.

Santoreggia (Satureja montana, Fam. Labiatae): presente nei campi e nei luoghi aridi. Usata per aromatizzare i cibi, proprietà eccitanti, vermifughe e toniche. Dalle foglie e dalle sommità si poteva estrarre una tintura gialla. La pianta si è diffusa a partire dai monasteri Benedettini nell'alto medioevo. Le sostanze aromatiche che contiene eguagliano quelle del timo.

Saponaria (Saponaria officinalis, Fam. Caryophillaceae): usata nell'antichità al posto del sapone per sgrassare la lana delle pecore precedentemente trattata con la cenere di legna. Depurativa e tonica, la pianta è ricca di saponina, che si ricava estirpando le radici a fine autunno e riducendole in piccoli frammenti.

Scilla (Urginea marittima, Fam. Liliaceae): droga molto antica, conosciuta dai Greci e dagli Egiziani. Cardiotonica, diuretica ed espettorante. Diffusa sulle sabbie e sulle rupi lungo le coste del Mediterraneo.

Sclarea (Salvia sclarea, Fam. Labiatae): molto considerata nel medioevo, conobbe periodi di auge ed altri di abbandono. È stato soprattutto il suo uso in profumeria a giustificarne la coltura. In alcuni Paesi le sue foglie servirono ad aromatizzare i vini e le birre.

Senape (Sinapis, Fam. Cruciferae): coltivata nel medioevo sia come medicinale per i senapismi che come condimento. In Francia esisteva la corporazione dei "Crieurs de moutarde", specializzata nella preparazione di tale condimento.

Seseli (Seseli tortuosum, Fam. Umbrelliferae): proprietà toniche. In cucina se ne usavano i frutti come aromatizzanti. Le foglie venivano usate, fresche, in salse, minestre e insalate.

Tanaceto (Tanacetum vulgare, Fam. Compositae): pianta propria degl'incolti, delle strade, dei corsi d'acqua e dei prati sino ai 1400 metri. Proprietà toniche, digestive, febbrifughe. Venne usata contro la gotta, i reumatismi e l'ipocondria.

Visnaga (Ammi visnaga, Fam. Umbrelliferae): spontanea in tutta la regione mediterranea. I frutti sotto forma di decotto, tintura o estratto venivano usati contro le coliche e l'asma.

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Bibliografia