Monfalcone, un insediamento scomparso
Abbiamo visto come spesso l'abbandono di un sito non sia causato da singoli eventi militari e comunque non sia conseguenza di una distruzione violenta.L'abitato medievale di Monfalcone rappresenta la classica eccezione. Sorgeva a poca distanza da Chieri stessa, su un poggetto sovrastante l'attuale chiesa della Madonna della Scala", là dove la carta segna ancora Cascina Monfalcone, isolata a sud di S. Felice.
Alla fine del XII secolo (1172) ne risulta signore il conte Uberto di Biandrate e doveva essere di una certa qual importanza, dal momento che numerose persone "de Montefalcono" compaiono nei documenti chieresi.All'inizio del secolo successivo venne infeudato ai Revigliasco di Monfalcone, uomini di fiducia dei Biandrate, che risultano possedere beni fondiari e diritti signorili anche nell'area pianeggiante meridionale presso il Po.
L'8 gennaio 1219 infatti i domini di Monfalcone vendettero per 105 lire segusine al podestà di Testona Guglielmo Cargia un terzo del castello e del villaggio di Gorra con tutti i diritti connessi e una metà dei diritti sulle acque. Il giorno successivo il podestà investiva in feudo dell'acquisto gli stessi signori, imponendo loro l'obbligo di risiedere in Testona e di acquistare case e terreni nel circondario. Avrebbero dovuto inoltre eseguire le richieste militari del comune e costruire concordemente con i testonesi un nuovo castrum, dando vita ad una villanova proprio lì, dove i Chieresi già nel 1203 avevano acquistato terreni con il medesimo scopo.
Quando nella prima metà del XIII secolo il comune di Chieri iniziò una decisa politica di espansione nel poderium, la coincidenza territoriale degli interessi concorrenti fu causa di frequenti attriti.Chieri fece pagare duramente ai signori di Monfalcone l'aderenza a Testona. Il loro castello collinare, centro del dominatus loci, venne distrutto, il territorio devastato e gli stessi signori vennero imprigionati a Chieri (cfr. Libro Rosso, doc.102, pp. 169-170).Anche il dominio eminente dei Biandrate ben presto venne meno: nel 1229 Monfalcone risulta compreso fra i "loca seu ville" ceduti al comune dai Biandrate, insieme con Civizone, Cassano, Covacio, Pecetto, Tezano, Caneva, Passerano e Castelvecchio.
Una indiretta testimonianza della distruzione violenta del castello si trova nei catasti chieresi del 1253 che registrano beni presso la torracia, i fossata e il rivus "de Montefalcono"; come si vede non si parla più di edifici, anzi l'unica costruzione viene definita con il dispregiativo, che è solitamente utilizzato per indicare un manufatto in rovina. Sicuramente manteneva una certa importanza strategica se ancora nel 1325 gli Statuti della Società di San Giorgio ne vietano la fortificazione.Dopo la sconfitta militare subita dai Chieresi, compariranno personaggi della casata nella credenza di Moncalieri.
Nel 1233 un Giacomo di Monfalcone svolgerà anche le funzioni di sapiens.