Il versante torinese della collina
in epoca romana e altomedievale
Nel versante della collina che guarda verso Torino sono avvenuti, nel tempo, sporadici rinvenimenti che, finora, attestano insediamenti a carattere presumibilmente rurale e poco significativi. Peraltro, questo lato scende molto rapidamente verso il Po e quindi non sono troppe le zone adatte ad insediamento umano.Questo versante conobbe probabilmente forme di brusco spopolamento in epoca altomedioevale, come si può ricavare dalla esiguità dei reperti (una moneta di Massenzio in Regione San Vito e sepolture in Regione Fioccardo) e dalla sporadicità delle sopravvivenze toponomastiche.L'area in questione costituiva il confine occidentale del territorio di Chieri. Ciò è suffragato dall'indicazione tribale romana presente in iscrizioni rinvenute sulla riva destra del fiume; due titoli, rispettivamente di Sassi e Testona, recano menzione della tribù Pollia, mentre la maggioranza dei cittadini di Augusta Taurinorum, al di là del Po, risultano censiti nella tribù Stellatina. Il fiume serviva dunque da confine amministrativo.
Ricordiamo qui alcuni dei ritrovamenti che interessano questa zona.
A) Cavoretto - Regione Ronchirinvenimento di una tomba di età romana; in epoca romana sembra che vi fosse arroccato un nucleo di case, forse fortificato, e che la zona fosse denominata Caburellum.
B) Fioccardo - lungo il Corso Moncalieri (Cascina Arpino)- rinvenimento di tombe con materiali risalenti al I-II sec. d.C. e ritrovamento di monete di Probo e di Costantino;- necropoli longobarda su precedente sito romano.
C) Sassi, nei pressi della Chiesa Parrocchiale- rinvenimento di un'epigrafe, relativa alla tribù Pollia;- rinvenimento di armi di fattura germanica.
D) Monte dei CappucciniFu luogo di culto pagano, in epoca romana, notizia confermata dalle iscrizioni romane, da un altare ed un piccolo tempio dedicati rispettivamente a Giove ed a Lucio Domizio, che vennero alla luce nel corso di lavori nel 1575.Verso l'anno Mille, sulla sommità viene segnalata una cappella dedicata alla Vergine Maria; intorno al medesimo periodo dovette essere costruita una bastita, piccola fortificazione in legno, pietra e terra, eretta strategicamente a presidio del sottostante ponte che attraversava il Po; nei secoli successivi (XI-XIII) la "bastita" dovette essere teatro e testimone di assedi e di assalti, partecipando così alla difesa degli interessi torinesi.
La prima notizia documentaria sulla "bastita" risale al 1248, quando si parla di una sua ricostruzione: "bastiam prope ipsum pontem de novo constructam". La fortificazione venne abbattuta nel XVI secolo per far posto all'attuale chiesa di S. Maria del Monte.
I ritrovamenti nei pressi dell'attuale Chiesa di San Vito potrebbero testimoniare l'esistenza, in epoca romana e tardoromana, di un centro abitato identificabile con il toponimo di Arsitie. Il Settia indica che la località comprendeva un territorio che dalla zona a settentrione dell'attuale chiesa di San Vito giungeva al Po.Frammenti architettonici consentirebbero di attribuire la fondazione dell'attuale Chiesa al secolo IX o al X, ma sul posto vennero in luce anche iscrizioni romane. Nella Chiesa di San Vito (murate in una stanza dell'oratorio attiguo alla chiesa) si trovano infatti due resti di lapidi di età romana e un frammento di ornamento marmoreo altomedievale (balaustra?).
Il nome Arsitie scomparve presto, ma sono numerosi i documenti che parlano della "curtis Sancti Viti" e di beni "in loco et fundo villa Sancti Viti", almeno per tutto il XIII secolo.
Ad avvalorare l'ipotesi che, nonostante le scarse e frammentarie indagini archeologiche, la zona sia stata frequentata con discreta intensità in età romana e post-romana, annotiamo che:
nei pressi di Villa Frescot (in strada San Vito-Revigliasco) avvenne il ritrovamento di un ripostiglio di monete dell'epoca di Massenzio (IV secolo d.C.);in Regione Mainero (lungo la Strada Valsalice verso il Bric della Maddalena) si rinvennero tombe laterizie di età romana;
nella zona quasi alla confluenza della Strada San Vito-Revigliasco con la Strada Valsalice si rinvengono ancor oggi, durante le arature, molti frammenti laterizi di epoca romana;
nei pressi della Chiesa di San Vito si rinvennero armi e strumenti di ferro di età barbarica.