Ubicazione: Villarfocchiardo (To) – Località “Cara du Ciat”
Cronologia: prima metà I millennio a.C.
Data intervento: 1984

E’ la primissima attività archeologica del GAT, pochi mesi dopo la sua costituzione.
Nella campagna di scavo del 1984, il prof. Bertone, grazie alla collaborazione del Gruppo Archeologico Torinese (20 soci per un totale di 832 ore di lavoro), effettuò uno scavo su un’area di dimensioni ridotte ma che produsse risultati importanti per quanto riguarda la ricostruzione degli insediamenti preistorici nella bassa Valle di Susa.

Situato su una rupe che sporge per circa 50 metri sul conoide di deiezione sul quale si è sviluppato l’attuale Villar Focchiardo, il sito s’inserisce in una strategia di insediamento già riscontrata nell’area ligure durante l’età del bronzo medio tardo dove la posizione arroccata sembra essere stata dettata da esigenze economiche più che militari.

Descrizione dei ritrovamenti: Sono stati recuperati oltre 6000 frammenti fittili sui quali è stata condotta un’analisi strutturale e morfologica (con l’ausilio del computer – un’operazione all’avanguardia per l’epoca!) condotta grazie ai soci GAT, in particolare Carlo Magnone e Franco Gazzola. Lo studio dei dati di scavo è stato completato da un’analisi palinologica eseguita, anche in questo caso, da elenti del Gruppo (P. Rolfo Arzarello)
Tra gli oggetti più interessanti si segnala una tazza carenata (foto a lato)che presenta il bordo piatto estroflesso e il fondo piatto ombelicato. La decorazione di questa tazza procede a partire dalla base del ventre con due file parallele di coppelline separate da due ampie scanalature, e prosegue con due fasci di segmenti incisi a zig-zag, uno sul ventre e uno sulla carena. Caratteristiche del periodo sono le decorazioni a coppelle con il centro rilevato, le decorazioni a puntini impressi e il motivo inciso a denti di lupo fra segmenti paralleli (tipo Scamozzina-Monza).
Di notevole interesse una piccola macina in gneiss locale (la cui presenza caratterizza il sito come insediamento e non come area cimiteriale), una scheggia di quarzo ialino ed un cristallo di quarzo latteo.

(Descrizione a cura di Carlo Vigo, tratta da Archeocarta).