Nel territorio comunale di Cropani si concentrano numerose testimonianze insediative dell’antichità, databili dal Neolitico medio (IV-III millennio a.C.) fino all’VIII secolo d.C. Le campagne di ricerca, prima di natura topografica e poi di scavo vero e proprio, sono state condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, con il contributo del Gruppo Archeologico Ionico “L. Magrini” e di molti volontari del GAT. In più campagne di scavo, tra il 2001 e il 2005, sono stati portati alla luce siti di grande rilevanza archeologica e reperti molto significativi, che hanno anche determinato la creazione dell’Antiquarium di Cropani (una piccola guida è disponibile qui:http://www.vallecrocchio.it/public/Antiquarium_di_Cropani.pdf).

Santuario di età magno-greca

Ubicazione: Cropani (Cz) – Località “Acqua di Friso”
Cronologia: dal VI al V sec. a.C.
Data interventi: 1999, 2000, 2002, 2004 e 2005

L’area sacra in località Acqua di Friso è legata alla creazione, già dalla fine dell’VIII secolo a.C., di insediamenti coloniali greci lungo la costa. La presenza di luoghi di culto in luoghi non abitati stabilmente, alle spalle della fascia costiera e presso fonti d’acqua va interpretata come un indizio dei rapporti tra i Greci e le popolazioni indigene, che trovavano in questi luoghi di confine anche luoghi di scambio e di incontro culturale.

Il santuario di Acqua di Friso rientra tra questi luoghi: si tratta di una serie di strutture, in gran parte fortemente danneggiate e presenti solo a livello delle fondazioni. L’edifio più riconoscibile è un sacello, cui si aggiunge un edificio di servizio e due favisse usate per la deposizione delle offerte votive. La ceramica rinvenuta, in gran parte miniaturistica, è costituita in gran parte da tipologie (olpai, hydriai, coppette monoansate) per contenere e versare liquidi, in particolare acqua. Sono poi presenti oggetti legati al mondo femminile, come frammenti di piccoli contenitori (lekythoi, pissidi, askoi) ed alcune chiavi, oltre che oggetti legati alla protezione di attività maschili, come attrezzi da lavoro (falcetti, piccone) ed armi. Si segnalano inoltre ex-voto di grande valore economico, come i monili e le numerose monete in argento. Il tipo di ex voto presenti fa supporre che il santuario, che tra l’altro sorge presso una fonte perenne, fosse dedicato ad una divinità femminile poliedrica, sicuramente legata all’acqua e che aveva anche il carisma di liberatrice, munita cioè del potere di sciogliere dai vincoli della schiavitù (Hera?).

Necropoli di età alto-medievale

Ubicazione: Cropani (Cz) – Località “Basilicata” – propietà Foceri
Cronologia: dal VI al VIII sec. d.C.
Data interventi: 1999, 2000, 2001 e 2003

A seguito della guerra Greco-Gotica, molti abitati rurali si spostarono in zone protette determinando, per la costa medio-ionica, un allontanamento dalla costa e un arretramento verso l’interno. Nacquero così una serie di villaggi sulle prime colline che delimitano la piana costiera, oggi testimoniati quasi esclusivamente dalle loro necropoli.
Il sepolcreto di località Basilicata, una di queste testimonianze, è posto infatti sulla sommità di una modesta altura (144 metri s.l.m.). E’ costituito da oltre 70 sepolture e da un edificio chiesastico, sorto nel corso del VI secolo d.C. I corredi sono costituiti principalmente da vasellame, recuperato costantemente accanto ai crani. Si tratta esclusivamente di forme chiuse atte a contenere e versare liquidi che, pur rifacendosi alla grande tradizione tecnica romana, offrono una morfologia molto varia tipica di una produzione locale. Molto frequenti sono poi i monili quali anelli, fibbie, perle ma soprattutto orecchini (principalmente in bronzo).

Villa rustica di età romana

Ubicazione: Cropani (Cz) – Località “Basilicata”
Cronologia: fine II sec. a.C. – metà I sec. d.C.
Data interventi: 1999, 2000 e 2001

La villa sita in località Basilicata rientra nel quadro della romanizzazione del territorio, seguita alla conquista del Bruttium al termine delle guerre puniche. Le assegnazioni dei territori nell’ambito delle colonie di nuova fondazione portarono alla nascita di numerose ville e fattorie, destinate allo sfruttamento economico della fertile area costiera. La villa di Basilicata era ragionevolmente un edificio circondato dal verde, da campi coltivati e da oliveti e vigneti.
Nonostante i danni causati nel corso degli anni Cinquanta, si conserva soprattutto la pars urbana, mentre la pars fructuaria, è presente solo più a livello frammentario sul versante occidentale della collina. La maggior parte dei frammenti ceramici rinvenuti nella villa appartengono a contenitori da trasporto, ma non manca vasellame d’uso comune e fine da mensa, oltre a numerose lucerne.