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Nei sotterranei del  Museo Egizio è stato evidenziato un lungo tratto della cortina muraria romana che, qui come altrove, continuò a demarcare lo spazio urbano torinese anche nei secoli medievali.
Le mura sono visibili nel percorso museale.

 

Qui sopra e in alto: due scorci del lungo tratto di mura di epoca romana visibile percorrendo le sale sotterranee del Museo Egizio.

Occorre ricordare che nel corso dei secoli medievali erano andati formandosi, lungo le quattro direttrici stradali che uscivano dalle mura, altrettanti borghi extraurbani (borgo Po a est, borgo dei Marmi a sud, borgo S. Dalmazzo a ovest e borgo Dora a nord). Del resto, anche in epoca romana era possibile trovare abitazioni, magazzini e altre costruzioni immediatamente oltre la cortina muraria.

La vita quotidiana torinese insomma, per gli abitanti di Taurinum così com'era stato per quelli di Augusta Taurinorum, non era rigidamente confinata all'interno delle mura; simbolo stesso della città, esse rappresentavano certamente un vistoso e rassicurante limite, ma abbastanza permeabile da consentire l'osmosi tra la città "fuori" e quella "dentro".

I popolosi borghi urbani con tutto ciò che ospitavano, compresa la basilica romanica di S. Solutore Maggiore (in luogo della quale sorse poi la Cittadella) e, probabilmente, i resti (mai più rintracciati) dell'anfiteatro romano, furono rasi al suolo dalle truppe francesi che nel 1536 assediarono la città.

A destra: ricostruzione di Torino all’inizio del XV secolo, disegnata dal Bagetti nel 1819 per corredare l’opera di Modesto Paroletti Turin et ses curiosités.

 


Aggiornamento 27/6/12