Porta Segusina


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Oltre alla  porta Palatii, a settentrione, la Torino medievale possedeva altre tre porte principali: la  Fibellona (ad est), la Segusina (ad ovest) e la  Marmorea (a sud, ancora romana). Queste costruzioni, utilizzate fino al XVI secolo, hanno lasciato tracce archeologiche labili o addirittura nulle (porta Marmorea).

Porta Segusina

La porta Segusina tratta dalla  piantina (1572) dovuta al fiammingo  Carracha.

In epoca romana, la porta occidentale si apriva in direzione delle Gallie.
Nel medioevo, quando assunse il nome di "Segusina" (poiché conduceva verso Segusium, Susa), ad essa facevano capo  due importanti strade facenti parte della via Romea (o Francigena), ossia la strata Rippolarum (Rivoli) e la via Collegii (Collegno).
Il traffico attraverso la porta doveva essere intenso, tanto che gli statuti torinesi del 1360 disciplinavano espressamente il senso dei transiti, per poter semplificare i controlli.

Poco si sa delle vicende medievali di questo edificio: abitato nel X secolo dai marchesi arduinici, nel 945 vi si rinchiudono per un certo tempo dei Saraceni, catturati durante una delle loro periodiche incursioni dalla valle di Susa, i quali, evasi, incendiarono la vicina chiesa dei SS. Andrea e Clemente*.

Nel XI secolo servì come dimora ai conti di Torino finché, alla metà del XIII sec., il "castrum quod est constructum supra portam secusinam" venne distrutto da  Pietro II di Savoia. Ricostruita e utilizzata durante l'epoca bassomedievale, la porta venne definitivamente abbattuta nel 1585.

* Da alcuni autori identificata come la chiesa di S. Andrea tout court, oggi più nota come La Consolata.

 



Aggiornamento 19/6/12