Chiesa di S. Andrea (la Consolata)


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La storiografia vuole che l'origine della chiesa della Consolata, nonché del culto mariano, risalga al V secolo, quando il  vescovo Massimo pose un'immagine della Vergine in una cappella dedicata a S. Andrea.

È certo che nel X secolo in S. Andrea, nel frattempo diventata chiesa, si insediarono i monaci  novalicensi, fuggiti dalla Val Susa a causa delle incursioni saracene.
Nel secolo successivo il monaco Brunigo (o chi per esso) rimaneggiò l'edificio ed eresse il campanile.

È tradizione, forse infondata, che la chiesa sia stata ricostruita intorno al 1014 su volere di Arduino d'Ivrea, che avrebbe anche fatto edificare una cappella sotterranea (l'attuale cripta).

L'antica chiesa romanica (a tre navate e dotata di un porticato sul lato sud) era situata là dove oggi si trova il vestibolo dell'edificio barocco, orientata con l'abside a est: ne restano solo alcuni archetti pensili presso il campanile, oltre a quest'ultimo.

Nel 1448 l'edificio viene prolungato di una campata verso l'attuale via della Consolata, arrivando fin sotto le mura di cinta. A partire dal XVII secolo numerose ricostruzioni e vari rimaneggiamenti gli diedero l'attuale veste barocca.

La Consolata (fine XIX sec.)

La chiesa della Consolata (in realtà intitolata a sant'Andrea) in una foto dei primi anni del XX secolo, prima che  Carlo Ceppi la adornasse delle caratteristiche cupolette neobarocche.

Si noti il campanile, unico resto della chiesa romanica originale, con le finestre ancora occluse, l'orologio e l'ultimo piano non ricostruito (confronta l'immagine con quella qui sotto).

Campanile S. Andrea

La cella campanaria venne aggiunta solo nel XV secolo (vedi disegno in basso): tra le bifore è ancora possibile notare la linea dei primitivi merli quadrati.

 Campanile S. Andrea (merli)

Per la costruzione del campanile le maestranze si avvalsero di cospicuo materiale laterizio di epoca romana e anche di qualche elemento marmoreo, come quello raffigurato qui a lato raffigurante un'anforetta (sulla destra) dalla quale emerge un fiore su alto stelo.

Il campanile romanico, alto 40 metri e tendente al tronco di piramide per dare più slancio all'insieme, alleggerito in ogni suo ordine da archetti pensili in cotto e negli ordini alti da bifore e trifore, fu sopraelevato già in epoca medievale: nel 1406 fu infatti sistemata sulla merlatura guelfa la cella campanaria attualmente visibile.

Nei secoli successivi diverse finestre vennero chiuse e nel penultimo ordine fu inserito un orologio. I lavori di restauro condotti nel 1940 diedero al monumento il nobile aspetto attuale.

Lastra marmorea di epoca romana


Aggiornamento 2/7/12