Miracolo del Corpus Domini


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Nel basso medioevo la chiesa di S. Silvestro si affacciava sulla piazza del Grano (oggi piazza Corpus Domini); proprio qui ebbe luogo uno dei più osannati eventi religiosi torinesi.

La costruzione dell'attuale maestosa chiesa del Corpus Domini è infatti legata al miracolo del Sacramento del 1453, descritto in un documento di qualche anno dopo, citato dallo storico  Arneudo (Torino sacra […], 1898)e dal Marocco (vedi oltre).

A seguito dell'evento miracoloso, nel 1454 venne approvata la costruzione in  Duomo (quello medievale, precedente all'attuale) di un nuovo altare in probabili forme tardogotiche, mentre sul sagrato della chiesa di S. Silvestro, a ricordo del fatto, fu costruito nel 1459 un pilone.

Nel 1525, dato il grande flusso di pellegrini e devoti, fu eretta sul luogo del miracolo un'edicola marmorea porticata ad opera di  Matteo Sanmicheli, raro (e perduto) esempio di arte rinascimentale a Torino.

Settant'anni dopo, durante un'epidemia di peste, la Città fece voto di costruire un nuovo edificio dedicato al Corpus Domini qualora fosse cessata la pestilenza. I lavori iniziarono nel 1609 (venne purtroppo demolita l'edicola del Sanmicheli) e condussero alla costruzione della chiesa barocca attuale.

L'antica  chiesa di S. Silvestro, dopo aver rischiato di diventare un corpo unico con quella del Corpus Domini, venne rielaborata e ricostruita nel 1610 da  Ascanio Vitozzi (prendendo il nome attuale di S. Spirito), rimaneggiata in seguito da Bernardino Quadri (1662) e da Giambattista Feroggio (1764/67).

Finestra medievale

Attualmente la piazza Corpus Domini non ha più nulla del suo passato aspetto medievale, essendo stata fortemente rimaneggiata nei secoli barocchi. Resta soltanto questo resto di finestra, delicatamente decorata a rosette, a ricordare che un tempo l'area era delimitata da edifici di aspetto del tutto differente.



Il calice medievale in argento che raccolse l'ostia al termine dell'evento miracoloso, sino a prima dell'ultima guerra mondiale conservato nel Tesoro del Duomo, risulta oggi disperso.



Particolare di un dipinto raffigurante il
                          miracolo

In alto, particolare centrale di un quadro conservato in sacrestia, narrante gli episodi salienti del Miracolo del Ss. Sacramento. Qui è ritratto il vescovo Romagnano nell'atto di ricevere l'ostia che discende dal cielo. A destra, il ricettatore colpisce il ciuco tentando di farlo rialzare; a terra si vede l'ostensorio.

Interno della basilica del Corpus Domini

L'interno barocco della chiesa del Corpus Domini. In basso a sinistra si nota la cancellata che delimita il luogo preciso dove avvenne il miracolo. Ciò fa capire la medievale piazza del Grano era decisamente più ampia di quanto non lo sia l'attuale piazza Corpus Domini.

Qui sotto: la lapide con la descrizione dell'evento.


Qui di seguito si riporta la descrizione dell'evento, così come si leggeva in un documento* redatto poco dopo l'epoca in cui si svolsero i "fatti"...

Alli 6 di giugno 1453 a hore 20 [tra le ore 16 e le 17] un giobbia [giovedì] apparse la sancta hostia. Venendo certi huomeni di Cherio [Chieri] da certa guera o discordia che era tra francesi et savoja et piemontesi per certi mercadanti con la lhoro mercantia ritenuta a Assiglie [Exilles: in quei tempi il castello di Exilles faceva parte del Delfinato] la qual fu messa a sacho eccovi che fu un uomo che pigliò nella chiesa di Assiglie lo relliquiario d'argento dov'era il Santissimo Sacramento et lo invillupò in certe balle, le quali gittò sopra un mullo et venendo per Susa, Avigliana, Rivolli et gionse alla città di Turino et subito che il mullo fu entrato in porta Susina per voluntà di Iddio non si fermò sin che fu in questo luocho et subito giunto quivi si gettò in terra et subito furno disligatte le balle per voluntà del Signore Iddio et subito senza alchuno agiuto humano, uscì fuori il vero et Santissimo Corpus Domini con lo relliquiario nel aria miracollosamente con un grande splendore et ragi et pareva il solle.

Vedendo questo un certo prete chiamato Messer Bertholomeo Chochono presto se ne andò da Monsignor Reverendissimo  Lodovicho Romagnano episcopo della presente città di Turino il qualle intendendo questo, subito viene con tutto il clero del domo grande con la Croce accompagnato da canonici et relligiossi che si ritrovavano et quando lo Reverendissimo fu gionto in questo luocho [piazza del Grano] subito cascho lo relliquiario in terra et rimasse lo Santissimo Sacramento in l'aria con grandi raggi et splendore.

Il che vedendo questo miracollo subito Monsignor Reverendissimo s'inginocchiò con tutti gli astanti et adorando il Santissimo Sacramento come vero Iddio, nostro vero redemptore, fece portare un callice et presente tutto il popollo descende nel callice la Santissima hostia con grande veneratione honore et reverenza come debitamente si conviene et la portano alla chiesa  cathedralle di San Giovanni Baptista accompagnata dalli Reverendi Canonici et relligiossi con molti magnifici et nobili cittadini […]"

* Testo tratto da: Maurizio Marocco, Cronistoria della veneranda Arciconfraternita dello Spirito Santo in Torino, Torino 1873, pp. 19-20.
Ai tempi del Marocco il documento era consultabile presso l'archivio della Confraternita dello Spirito Santo ma, da un inventario sommario redatto nel 2002 presso l'Archivio Arcivescovile (dovè confluito quello della Confraternita), risulta disperso.


Aggiornamento 20/6/12